Attorno all’ammontare delle alte, altissime indennità dei consiglieri regionali (e provinciali) del Trentino Alto Adige, a pochi giorni dallo scatto dell’aumento automatico di 600 euro netti al mese che vanno ad aggiungersi ai 10.800 euro lordi (5.300 euro netti al mese circa), oltre ad altri 2.400 euro esentasse per rimborsi forfettari ed analitici per le spese sostenute per l’esercizio del mandato), fioccano le polemiche, specie dopo la provocatoria iniziativa del parroco di Ravina–Romagnano (due quartieri periferici di Trento), don Gianni Damolin.
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Al parroco, il fatto che i consiglieri regionali abbiano incassato il cospicuo aumento della già pingue indennità di carica senza fare una piega, anzi facendo carte false per giustificare l’aumento della mancetta dietro automatismi che non potevano essere fermati, non è andato giù e ha organizzato tra i parrocchiani una questua speciale per sostenere i “poveri” consiglieri regionali e provinciali (in Trentino Alto Adige, i consiglieri sono ad un tempo regionali e provinciali, sulla base del proprio collegio di elezione, con un’unica indennità di carica, ci mancherebbe), raccogliendo un consenso francamente insperato. Oltre al solito importo raccolto tra i fedeli durante la funzione domenicale, don Damolin si è trovato un extra di 127 euro che ha prontamente girato alle casse del Consiglio provinciale di Trento con la causale “solidarietà ai poveri consiglieri”.
Una provocazione bell’e buona, non c’è che dire, ma che ha fatto saltare la mosca al naso alla capogruppo della Lega – partito di maggioranza relativa in Consiglio nonostante le recenti fuoriuscite -, Mara Dalzocchio, che ha reagito caricando come un toro davanti alla muleta rossa. «Provocazioni di cattivo gusto verso i consiglieri, politici al servizio della comunità, che rivestono un ruolo da rispettarecome tutti gli altri ruoli – ha sbottato Dalzocchio -. Non bisogna seminare zizzania o odio, non fa bene a nessuno», aggiungendo l’invio a «non fare politica in Chiesa». Peccato che Dalzocchio non s’accorga che la stessa Lega e il suo leader nazionale Matteo Salviniutilizzino i simboli della Chiesa cattolica come un maglio politico.
Dalzocchio continua la carica verso la Chiesa trentina: «la Chiesa, con un patrimonio immobiliare immenso e con tutti gli affitti che percepisce non regala certo i suoi immobili o non fa certo non pagare gli affitti alle persone bisognose». Al di là dell’espressionelessicalmente contorta della capogruppo, spicca la giustificazione data da Dalzocchio all’aumento dell’indennità di carica: «serve capire che ci sono norme che non sono state fatte da noi in questo momento, possono essere cambiate, devono esserlo probabilmente, non lo so, è un altro discorso. Nessuno ha detto che siamo poveri, ricordo comunque che i 10.800 euro sono lordi, netti sono 5.300 euro, ma il punto è che su queste cose non si deve scherzare». Già non si deve scherzare: su questo Dalzocchio ha ragione.
Il problema di fondo è che i consiglieri regionali sono pagati decisamente troppo per quello che fanno, sia per le responsabilità civili e penali derivanti dal loro ruolo che per la loro effettiva attività, specie da parte dei consiglieri di maggioranza, cui è di fatto impedita ogni attività di rilievo che non sia quella di schiaccia bottoni per approvare le decisioni prese dalla Giunta provinciale. Ecco, percepire un’indennità di 5.400 euro netti (oltre ai 2.400 di rimborsi) al mese sono decisamente tanti, troppi rispetto a quanto percepisce un sindaco di un comune medio piccolo fino a 5.000 abitanti, che rischia quotidianamente in prima persona in sede civile e penale per lo svolgimento del proprio mandato, con una media 1.500/2.000 euro lordi al mese.
Sarebbe opportuno, giusto, doveroso, equo trasporre il trattamento economico dei consiglieri comunali ai consiglieri regionali: gettone di presenza per la partecipazione ad ogni seduta e rimborso spese documentato per tutti coloro che sono privi di incarichi di governo o di gestione dei lavori d’aula. E pagare bene coloro che abbiano effettivi incarichi di responsabilità.
Una proposta che immaginiamo sarà immediatamente restituita al mittente, complice il fatto che soprattutto in Alto Adige c’è una Svpche non perde l’occasione per spingere al rialzo il costo della politica, specie per i peones.
Essì, con buona pace di Dalzocchio, ridurre i costi della politica è possibile, così come fanno molti consiglieri d’opposizione che restituiscono all’amministrazione del Consiglio provinciale parte delle loro indennità o le devolvono ad organizzazioni sociali e caritative. Dalzocchio potrebbe dare l’esempio ai suoi dando parte della propria indennità, oltre che al partito cui appartiene, anche alla Chiesa, magari per quelle opere di bene di don Damolin presso le missioni.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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