La provincia di Trento sta preparandosi alla caccia all’orsa KJ1 responsabile dell’aggressione al turista francese nei sentieri sopra l’abitato di Dro nell’alto Garda Trentino, evento che ha avuto riflessi anche nella stampa estera, dalla Francia alla Germania e pure in Gran Bretagna, e le associazioni protezionistiche sono nuovamente sul piede di guerra nei confronti del presidente del Trentino, il leghista Maurizio Fugatti, il quale starebbe attendendo il parere dell’Ispra per poi dare il via libera ai Forestali per provvedere al suo abbattimento.
Nella puntata di “Focus Trentino Alto Adige”, il direttobre di ViViItalia Tv, Stefano Elena, intervista l’avvocato Paolo Letrari, difensore della LNDC Animal Protection, che analizza il comportamento della politica trentina nella gestione del progetto europeo “Life Ursus” e della mancata applicazione dei dettami del piano, cosa che ha fatto sì che il ripopolamento delle Alpi con l’orso sia sostanzialmente sfuggito di mano ad una classe politica di tutti i colori che ha gestito il piano negli ultimi vent’anni.
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Per le associazioni Leal e Leidaa Fugatti sta di fatto eludendo il (temporaneo) divieto imposto dal Tribunale regionale di giustizia amministrativa e per evitare l’eventualità della soppressione hanno depositato un’istanza alla Procura di Trento chiedendo il sequestro conservativo dell’orsa KJ1 che, è opportuno ricordarlo, appartiene ad una specie protetta in Europa e che è patrimonio indisponibile dello Stato.
Per Leal e Leidaa si profilerebbe il bis di quanto accaduto nel febbraio scorso con M90: Fugatti firma il decreto di abbattimento che viene eseguito dai Forestali in poche ore, cosa oltretutto resa più facile perché l’orsa KJ1 è stata già catturata e dotata di radiocollare, prima di essere nuovamente liberata, quindi facilmente individuabile. Un comportamento quello della Provincia e del suo presidente leghista che cancellerebbe il doveroso controllo di legalità sull’ordinanza emessa.
Le associazioni chiedono il sequestro conservativo «almeno fino alla data del 5 settembre 2024, fissata per la discussione in camera di consiglio dinanzi il Collegio del TRGA di Trento, nominando quale custode la medesima Provincia Autonoma di Trento per il tramite anche del Corpo Forestale Trentino». La Provincia sarebbe dunque responsabile della vita e del benessere dell’orsa e dei suoi cuccioli anche in relazione a possibili atti di bracconaggio (non nuovi sul territorio).
Il sequestro si rende necessario, argomentano Leal e Leidaa, per evitare che siano commessi due reati, puniti rispettivamente dagli articoli 544 bis e 388 del Codice penale: uccisione di animale senza necessità (si tratta peraltro di specie particolarmente protetta) e mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice.
«È invero pacifico – si legge nell’istanza di Leal e Leidaa – che le condotte sistematicamente poste in essere dalla Provincia autonoma di Trento siano tali, anche nel tempo, da mirare ad aggirare gli obblighi di legge e finanche il rispetto delle pronunce amministrative che, puntualmente, sono intervenute a cassare gli b (cioè le due ordinanze “contingibili e urgenti” per l’abbattimento dell’orsa). Il che è esattamente quanto si avvia a verificarsi nel presente caso, tenendo conto che il presidente della Provincia mira fin troppo all’evidenza ad aggirare le ordinanze già rese di recente dal TRGA Trento con il chiaro meccanismo, ormai consolidato, di annullamento di precedenti ordinanze e riproposizione di nuovi, istantanei, ordini di abbattimento».
Anche da Oipa si sospetta che il Fugatti stia operando per dribblare il dispositivo del presidente del Tar di Trento e mettere tutti dinanzi al fatto compiuto irreparabile con l’uccisione dell’orsa KJ1.
«Se Fugatti procedesse con un decreto di abbattimento, questo sarebbe il terzo provvedimento in una settimana, che andrebbe anche contro quanto disposto dal Tribunale di giustizia amministrativa di Trento che ha già sospeso due ordinanze del presidente provinciale che ordinavano di uccidere l’orsa – scrive l’Oipa in una nota -. L’associazione invita il presidente a recedere da questa eventuale intenzione e a rispettare la normativa nazionale a tutela degli animali, dalla Costituzione in giù».
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