Tra i medici e i sindacati del Trentino è allarme rosso per i ritardi con cui la provincia di Trento sta svolgendo la campagna vaccinale che, secondo i dati diffusi dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), la pongono nelle posizioni di bassa classifica in compagnia con l’Alto Adige.
L’Ordine dei medici del Trentino ha spedito al presidente della provincia, il leghista Maurizio Fugatti, un accorato appello ad intensificare la campagna vaccinale e, soprattutto, a potenziare la campagna di comunicazione per intercettare e convincere tutti quei cittadini che non sonoancora vaccinati.
Da parte loro, i sindacati sono allarmati per la ripresa autunnale dell’economia, con il ritorno a pieno regime delle attività, una ripresa che potrebbe essere esposta al rischio di nuove fermate se la pandemia dovesse rialzare la testa come già nelle scorse settimane ha iniziato a fare, tanto che il Trentino assieme ad altre 3-4 regioni balla attorno alla soglia di rischio per il passaggio dall’attuale “Zona bianca” alla “Zona gialla” con i conseguenti limiti e divieti.
Secondo i dati diffusi dall’Agenas, la campagna vaccinale del Trentino non riesce a progredire a un ritmo sostenuto. Al momento (con i dati aggiornati al 20 agosto) solo il 64,60% dei Trentini ha ricevuto almeno una dose, a fronte di una media nazionale del 67,30%, dato che posiziona il Trentino a guida Lega in sestultima posizione. Fanno peggio solo Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Sicilia e Alto Adige (59,26%).
Ancora peggio va il confronto sul completamento del ciclo vaccinale con due dosi: in questo caso, il Trentino si piazza ultimo secondo i dati Agenasaggiornati al 9 agosto scorso, con solo il 47,65% della popolazione vaccinata, peggio anche dell’Alto Adige che segna un leggero vantaggio (49,07%).
I segretari delle confederazioni, Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Cisl), esprimono forte preoccupazione per il timore che siano proprio le valli a vocazione turistica ad avere il minor numero di popolazione vaccinata: «se così fosse – affermano i segretari – questo potrebbe riverberarsi negativamente sulla promozione turistica, alle porte di una stagione turistica invernale che nelle speranze di tutti dovrebbe recuperare le gravi perdite della stagione scorse. Com’è possibile attirare i turisti con queste percentuali? Come si può pretendere il “Green pass” per i vacanzieri che speriamo tornino a frequentare bar e ristoranti in Trentino, quando non si è in grado di vaccinare la popolazione locale?»
Difficile dare torto ai sindacati, che criticano l’azione del governo provinciale ed in particolare del duo alla testa della sanità trentina, l’assessore“ombra” Stefania Segnana e il presidente (e assessore di fatto alla sanità trentina), Maurizio Fugatti.
«L’autunno è alle porte e chi inizia l’immunizzazione oggi la completerà ad ottobre. Si smetta di pensare al concerto di Vasco Rossi, ci si concentrisull’emergenza in corso – dicono i sindacati -. Le percentuali da fanalino di coda del Trentino non possono essere ascritte solo alla popolazione. Se i dati sono così da mesi, imbarazzanti e pericolosi, bisogna agire subito con una campagna ad hoc, puntuale e mirata ai territori e alle fasce di popolazione con minore copertura. Servono misure straordinarie e interventi capillari per recuperare il tempo perso, gravemente e irresponsabilmente, in questi mesi. Non c’è un minuto da perdere».
Ma per centrare un simile risultato ci vorrebbero ben altre capacità e spessore politico, che sia Segnana che Fugatti difettano grandemente, con la prima che andrebbe sostituita il prima possibile da una figura più capace, competente e, soprattutto, autorevole.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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