Variante ferroviaria di Trento: nel centrodestra trentino è bagarre politica

Botta e risposta tra la delegazione parlamentare FdI favorevole a una revisione del progetto e quella di Lega Salvini che vuole procedere dritta come un treno con progetto attuale, anche se va a sbattere.

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variante ferroviaria di trento

Attorno alla realizzazione della variante ferroviaria della nuova linea ad alta capacità del Brennero, l’attraversamento di Trento costituisce un grande problema perché il progetto proposto da Rfi e approvatosupinamente dagli enti locali – comune di Trento in testa – costituisce una bomba ecologica innescata su cui pure la Procura della Repubblica di Trento ha avviato un’indagine per disastro ambientale, indagando un dirigente della stessa Rfi che non avrebbe tempestivamente segnalato il rinvenimento di residui catramosi a 12 metri di profondità nei primi scavi pilota del progetto.

La realizzazione della variante ferroviaria di Trento non è messa in discussione da parte dei cittadini, ma è decisamente respinta la proposta dell’attuale previsione dello sbocco nord della galleria, che necessita l’abbattimento di numerosi edificigià in gran parte realizzati, forse fin troppo frettolosamente – e, soprattutto l’attraversamento in profondità di un’area Sin pesantemente inquinata dai residui di lavorazione di piombo tetraetile utilizzato dalla Sloi per produrre antidetonanti per la benzinarossa” e da residui catramosi derivanti dalla lavorazione del carbone della confinante Carbochimica. Due aziende ormai chiuse da 40 anni, una volta alla periferia della città, che la continua espansione urbana le ha di fatto inglobate all’interno della città stessa.

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Il problema è che smuovere terreni fino a 20 metri di profondità per fare passare i binari della nuova variante ferroviaria per poi farli emergere affiancando l’attuale linea storica del Brennero significa entrare nel cuoredell’area inquinata da piombo e da catrami, con il problema che il piombo tetraetile, un agente pesantemente cancerogeno, accumulatosi nei decenni di lavorazioni nel terreno a contatto con l’aria vaporizza, mettendo a rischio la salute di migliaia di residenti nell’area, oltre che degli stessi lavoratori del cantiere.

Da più parti, ad iniziare dai comitati spontanei dei residenti raccolti nella Rete dei Cittadini, si è sempre evidenziato il rischio ambientale, oltre al disagio sociale ed umano connesso con l’abbandono della propria casa, dei laboratori e negozi, proponendo il prolungamento verso nord delle gallerie per almeno un chilometro, almeno per evitare la demolizione delle case, uffici e negozigià avvenuta – e l’attraversamento delle aree inquinate. Anche se per tenere fede alla parolavariantesarebbe meglio prolungarla verso nord fin oltrel’abitato di Lavis.

Sulla richiesta dei cittadini – e del buon senso – la delegazione parlamentare trentina di Fratelli d’Italia ha aperto, mentre quella della Lega Salvini ha subito chiuso in malo modo la vicenda, rafforzata dalla dichiarazione del presidente uscente della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti, circa l’impossibilità, a suo esclusivo dire, di cambiare progetto.

Un progetto che, invece, «si può e si deve cambiare, sia per dare risposte ai cittadini, sia per evitare di fare uno sconquasso ambientale, passando attraverso un’area inquinata dove non si sa cosa potrebbe accadere» afferma il candidato presidente del Trentino alla guida di una formazione di centro autonomista, Sergio Divina, secondo cui la galleria «andrebbe sicuramente prolungata verso nord».

Alle elezioni provinciali del 22 ottobre prossimo manca poco e toccherà ai cittadini decidere sull’opera,scegliendo tra i sostenitori del progetto Rfi che mette a rischio l’incolumità di una grande parte della città di TrentoLega Salvini o Fugatti in primis – o chi invece ne caldeggia la revisione per fare un’opera in linea con le necessità della città. Per i prossimi due mesi, la politica trentina avrà di che discutere attorno alla revisione della variante.

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