Tra gli obiettivi delineati nel Piano strutturale di bilancio, il documento finanziario che va a sostituire il documento programmatico per la finanza pubblica finora vigente, il governo Meloni e il ministro alle Finanze, Giancarlo Giorgetti, propone di eliminare tutte le agevolazioni fiscali ambientalmente dannose, tramite una revisione delle accise, tra cui c’è l’attuale agevolazione sulle accise gravanti sul gasolio per autotrazione.
Anche se non è ancora definita la direzione da prendere, se non un generico richiamo all’allineamento delle accise, c’è da capire se l’equiparazione avverrà al rialzo agendo sugli sconti vigenti sul gasolio o se sarà al ribasso riducendo le accise gravanti sulla benzina.
Vista la disperata ricerca del governo Meloni di trovare coperture per la manovra, molto più probabile che venga cancellato lo sconto sul gasolio rispetto alla benzina con conseguente aumento dell’accisa sul Diesel.
Attualmente le accise sui carburanti incidono con un’imposta fissa da 0,728 euro al litro sulla benzina e da 0,61740 sul gasolio, entrambe gravate poi dalla tassa sulla tassa, ovvero l’Iva al 22%.
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Sarebbe auspicabile che Meloni tenesse fede alle promesse che lei faceva dal fronte dell’opposizione, come nel video del 2019 dove affermava che su 50 euro di pieno 15 euro erano il costo della benzina, mentre 35 euro andavano al fisco – che viene riproposto in questa puntata dello Schiacciasassi – dove aveva giurato di abolire o di tagliare fino ad azzerarle le accise, mentre l’unica cosa che ha tagliato è stato lo sconto voluto dal governo Draghi per fronteggiare i rincari dei prezzi dell’energia dopo l’invasione russa dell’Ucraina.
Lo scenario della revisione delle accise allarma le associazioni dei consumatori. Se il Diesel raggiungesse l’equiparazione delle accise a quelle della benzina, «per gli automobilisti ci sarebbe un maggior esborso di 5,5 euro a pieno da 50 litri che determinerebbe una stangata da 3,1 miliardi», denuncia Assoutenti. «Solo nel 2023 gli italiani hanno pagato 38 miliardi di euro a causa della tassazione (Iva e accise) che grava sui carburanti venduti in Italia», spiega il presidente Gabriele Melluso.
La revisione delle accise fa scattare l’allarme rosso anche da fronte dell’autotrasporto: per Cinzia Franchini, presidente di Ruote Libere, «si tratta di uno scenario, messo nero su bianco dal Piano strutturale di bilancio, ingiustificabile ed estremamente negativo in particolare per il mondo dell’autotrasporto. E’ evidente infatti che la ratio non può essere quella di agevolare la transazione energetica, nell’aumento delle accise del Diesel non vi è alcun fine ambientale, ma solo ed esclusivamente il desiderio di far quadrare i conti di una manovra che si preannuncia lacrime e sangue».
Rialzare le accise sul gasolio invece di abbassare quelle sulla benzina darebbe una spinta anche all’inflazione e, soprattutto, al cosiddetto “carrello della spesa”, visto che aumenterebbero i costi della logistica dei prodotti alimentari e di prima necessità per la cura della persona e della casa. Oltre a rendere meno conveniente la destinazione Italia per tutti i turisti stranieri che nella stragrande maggioranza arrivano nel Belpaese a bordo delle loro automobili, con il rischio di penalizzare un settore portante dell’economia nazionale in un contesto di forti difficoltà per la manifattura nazionale.
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