Luigi Di Maio ha abolito la povertà: la sua

Borrell lo nomina alto rappresentate dell’Unione europea per i paesi del Golfo Persico a 12.000 euro netti al mese più uno stuolo di benefit, agi e mollezze varie per i prossimi 2 anni.

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lui di maio

Con una mossa che era attesa da tempo, l’Alto rappresentate Ue per la politica estera, Josep Borrell ha ufficialmente proposto come inviato Ue nel Golfo Persico niente popò di meno che l’ex ministro degli Esteri italiano, tal Luigi Di Maio, giovane partenopeo che, nel giro di una decina di anni, è passato dall’essere un giovane pomiglianese spiantato a deputato M5s, vicepresidente della Camera dei Deputati, ministro al Lavoro e allo sviluppo economico e ministro degli Esteri della Repubblica italiana. Salvo finire miseramente trombato alle elezioni politiche del settembre 2022 quando il suo neonato partito centrista ha raccattato un risibile 0,6%.

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Ma Di Maio, come tutti gli ascari audaci della politica, ha avuto dalla sua un’assicurazione, sottoscritta ancora quando era ministro degli Esteri dall’allora premier Mario Draghi che lo aveva avallato per l’incarico europeoche si appresta a conquistare. Però, più di Draghi, ha potuto uno dei primi giri di valzer del M5s, quando all’Europarlamento si doveva votare il presidente della nuova Commissione nella persona della baronessa tedesca e pluri ministro tedesco con alle spalle una sequela di fallimenti istituzionali, Ursula von der Leyen. Sarà stata una parolina dell’allora Mutti Merkel, sarà sato lo sbattimento di ciglia della politica tedesca in cerca della poltronissima europea, fatto sta che il M5s al voto ha mollato l’asse contrario a von der Leyen stretto con i leghistidi Matteo Salvini che ha incassato uno dei suoi tanti fiaschi politici e votato a favore, portando i 14 voti pentastellati ad essere strategici per la nomina per soli 9 voti di margine di un presidente che, con il senno del poi, l’Europa avrebbe fatto meglio a lasciare in Germania.

Comunque sia, per Di Maio la strada è in discesa per i prossimi due anni, con un’indennità netta di 12.000 euroal mese, passaporto diplomatico e un’infinità di agi, privilegi e mollezze varie a spese degli europei. Sempre che ottenga il gradimento di tutti i 27 paesi dell’Unione, visto che il governo Meloni e il nuovo – e più autorevole – ministro degli esteri italiano, il forzista Antonio Tajani, ha già dichiarato ufficialmente che Di Maio nonrappresenta l’Italia né tantomeno il governo nazionale.

Tocca ora a Meloni e Tajani impegnarsi perché la nomina di Luigi Di Maio s’inceppi nei meccanismi di approvazione, puntando ad indicare un candidato alternativo, sicuramente più capace del guaglione partenopeo, almeno dotato di conoscenza delle lingue, della geografia e di elementi di etichetta a tavola.

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