Logistica: è boom del trasporto aereo cargo dalla Cina all’Europa

Ogni giorno oltre 100 voli di aerei Boeing 777 che trasportano ciascuno 112,3 ton di merci, spesso di moda a basso costo venduta dai portali di commercio elettronico.

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La crisi nel Mar Rosso innescata dagli attacchi dei ribelli yemeniti Houtui alle navi cargo europee e americane ha fatto spostare i flussi di traffico merci dalle rotte marine a quelle aeree, imponendo una logistica dei trasporti profondamente rivisitata, tanto che negli ultimi mesi il traffico degli aerei cargo in partenza dalla Cina con destinazione i consumatori europei è aumentato ad oltre 100 aerei al giorno, ciascuno con 112 tonnellate di merci in stiva, spesso fornita dai venditori dei portali del commercio elettronico della moda pronta a basso costo, come Shein e Temu.

Lo scenario apre ad una serie di riflessioni, etiche, sociali ed ambientali. Il cambio di logistica, passando dai vettori navali a quelli aerei se da un lato assicura maggiori celerità nella consegna degli ordini ai clienti, dall’altro apre una serie di conseguenze sull’impatto ambientale degli acquisti a basso prezzo effettuati a 10.000 km da casa. Che senso ha a livello europeo fare sacrifici economici e sociali immani per conseguire l’azzeramento delle emissioni climalteranti interne – che sono già di loro ridotte – quando si favorisce di fatto gli acquisti di generi a basso costo da venditori situati ad enorme distanza, dove per la consegna al cliente si deve far viaggiare la merce con notevoli emissioni climalteranti?

A livello sociale che significato ha acquistare una maglietta o un collant di pochi euro su una piattaforma di commercio digitale cinese che vende prodotti realizzati nella stessa Cina o in altre aree con manodopera a basso costo, spesso sfruttata e privata dei più basilari diritti sindacali? Con in più l’effetto di spingere fuori mercato tanti, troppi negozi tradizionali che, magari, per sopravvivere tra caro affitti, caro bollette e carissime tasse, oltre che avere un minimo margine di guadagno per la sopravvivenza personale, quella stessa maglietta o collant a pochi euro devono venderla ad un prezzo raddoppiato.

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La spinta delle vendite delle piattaforme digitali cinesi hanno avuto forti effetti sul volume del traffico aereo merci. L’ultimo rapporto di DHL, uno dei maggiori vettori cargo al mondo, evidenzia l’aumento del 10% tra febbraio 2024 su quello del 2023. A livello di singole piattaforme, secondo i dati aggregati forniti da Cargo Facts Consulting, Temu spedisce circa 4.000 tonnellate di prodotti al giorno, Shein 5.000, Alibaba 1.000 e TikTok 800. Il tutto equivale a circa 108 Boeing 777 cargo da 112,3 tonnellate ciascuno al giorno.

Da solo Shein rappresenta un quinto del mercato globale del fast fashion, misurato in termini di vendite, e ha alimentato la crescita del settore dell’eCommerce in Cina, secondo la società di analisi Coresight Research. Inoltre, oggi il la moda rapida usa e getta rappresenta la metà del totale delle spedizioni transfrontaliere della Cina e circa un terzo degli aerei cargo globali a lunga percorrenza.

La tendenza ad un maggiore utilizzo del vettore cargo aereo per la logistica rispetto a quello marittimo ha avuto conseguenze anche sul prezzo del trasporto, con un generalizzato incremento del costo per tonnellata che non sempre si riesce a ribaltare sul consumatore finale, pena la mancata competitività sul mercato sempre più concorrenziale.

L’aumento marcato della domanda di trasporto aereo da parte delle piattaforme della moda finisce per sottrarre spazio ad altri comparti merceologici, come quello della tecnologia, tra tutti quelli che producono telefonini, tablet e computer portatili, con uno scenario di carenza di capacità a medio-lungo termine.

Questa situazione logistica ha avuto pesanti riflessi sul traffico degli scali aeroportuali italiani, a partire da Malpensa che è il principale hub merci italiano, dove nei primi due mesi del 2024 il traffico è quadruplicato, con conseguenze negative sui tempi di gestione delle merci negli scali che, sempre a Malpensa, sono aumentati del 50% rispetto allo standard consueto. E a fronte di una domanda in crescita, a Malpensa si è pure persa la possibilità di intercettare ulteriori 5 voli settimanali che sono stati dirottati sullo scalo di Bruxelles da dove la merce rientra in Italia via camion.

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