Il primo turno delle elezioni comunali 2023 consegna una chiara vittoria del centro destra in molte realtà conquistate al primo turno e una posizione di vantaggio al ballottaggio tra 15 giorni, mentre il centro sinistra si conferma in alcuni feudi storici come Brescia, mentre dove vince o passa al ballottaggio lo fa solo grazieall’apparentamento con il M5s.
Di fatto, l’onda iniziata il 22 settembre 2022, proseguita con le elezioni regionali si conferma anche alle elezioni comunali 2023, con la possibilità che venga ulteriormente rafforzata ai ballottaggi.
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Mentre le segreterie di partito, di maggioranza e di opposizione, iniziano ad esaminare l’esito del voto, il ministrodelle Riforme e affari regionali rilancia la proposta di modificare la legge elettorale dei comuni, cancellando il ballottaggio per assegnare la vittoria a chi esce dalle urne con un voto in più degli altri candidati sindaco. Uno scenario che consegnerebbe il governo delle città ad una sparuta maggioranza, resa ancora più debole dalla ridotta base elettorale, visto che l’astensionismo si avvicina sempre più al 50%, evidenziando dei profili di mancanza dirappresentatività democratica.
Invece di accanirsi su una legge che lascia ancora la scelta finale ai cittadini, Calderoli e il governo Meloni farebbero meglio a concentrarsi sulla riforma del sistema elettorale del parlamento per cancellare l’attuale obbrobrio che consegna la democrazia nelle mani delle segreterie di partito e dei relativi cerchi magici, restituendo ai cittadinil’effettivo potere di scelta, assicurando la rappresentatività democratica e un vero mandato popolare, potenziando i collegi uninominali a doppio turno o resuscitando la preferenza per l’elezione di deputati e senatori.
La riforma della legge elettorale parlamentare potrebbe essere il primo gradino dell’annunciata riforma istituzionale, che potrebbe mettere d’accordo maggioranza e opposizione, oltre che costituire la base di un futuro parlamento, da eleggere a scadenza naturale della legislatura o anticipata nel caso che anche il governo Melonidovesse impantanarsi, tale da garantire almeno nell’elezione dei futuri parlamentari persone realmente in grado di rappresentare le istituzioni e non qualche sottoscala o, peggio, bordello politico.
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