Concessioni autostradali: il gruppo Toto ingiustamente espropriato di A24 e A25

Trattamento a doppia velocità del governo Draghi: liquidazione a peso d’oro per i Benetton nonostante il crollo del ponte Morandi di Genova (e i 44 morti) e revoca per i Toto, che ora andranno indennizzati dallo Stato.

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concessioni autostradali

La gestione dello scassato sistema infrastrutturale italiano e quello delle autostrade in particolare evidenzia ancora una volta l’approssimazione e la navigazione a vista della politica, di ieri, oggi e, probabilmente, di domani in tema di concessioni autostradali.

Il governo di Mario Draghi, quello che è stato definito a torto il “governo dei migliori”, evidenzia con il senno del poi numerosi limiti, a partire dalla gestione della rete autostradale, con due pesi e due misure a seconda degli interlocutori titolari di concessioni autostradali.

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Il tribunale de L’Aquila ha assolto il gruppo Toto, concessionario dell’Autostrada dei Parchi A24 e A25 Roma-Teramo e Roma-Pescara perché il fatto non sussiste dall’accusa di avere trascurato la manutenzione dei viadotti, specie quelli situati all’interno del cratere del terremoto d’Abruzzo. Di fatto, a seguito della sentenza, il gruppo Toto andrà indennizzato dell’ingiusto esproprio subito con una cifra che si stima aggirarsi attorno ai 2-2,5 miliardi di euro, generando nel bilancio dello Stato l’ennesimo buco.

Un buco che il “governo dei migliori” di Draghi va ad aggiungersi a quei 7-8 miliardi di mancato gettito della tassazione degli extrautili delle società energetiche, che le aziende interessate non hanno mai pagato.

Una domanda sorge spontanea: perché in tema di concessioni autostradali Draghi ha utilizzato la mannaia ai danni del gruppo Toto ai quali non era stato addebitato alcun incidente, mentre al gruppo Benetton, per decenni proprietari di Autostrade per l’Italia, Aspi, protagonista del crollo del ponte Morandi di Genova con la morte di 43 persone per carenze nella manutenzione ordinaria e straordinaria dell’infrastruttura per massimizzare gli utili e i dividendi incassati dalla famiglia dei magliai veneti, il governo Draghi ha deciso di non sanzionare il negligente comportamento con la revoca, ma con l’acquisto a peso d’oro tramite Cassa depositi e prestiti – più alcuni fondi internazionali – pagandola ben 8,2 miliardi di euro?

Già, perché per un gruppo sostanzialmente innocente e non colpevole di alcun danno c’è stata la revoca della concessione, mentre per chi si è macchiato del crollo di un ponte e della morte di 43 innocenti fino ad oggi non c’è stata alcuna sanzione ma una camionata di denaro? Non sarebbe stato opportuno, doveroso e pure legittimo revocare anche la concessione ai Benetton e costringerli a pagare indennizzi alle vittime e allo Stato per la mancata manutenzione di una serie di beni loro affidati in concessione?

Sarebbe bello che Draghi uscisse dalla sua solita riservatezza e desse pubbliche spiegazioni di una siffatta doppiezza nel trattamento dei propri concessionari.

Ma sarebbe parimenti utile che il governo Meloni desse un chiaro segnale di cambiamento nella gestione delle concessioni, sempre più una gestione che appare un moderno feudalesimo dove pochi lucrano a mani basse sulla gestione di un bene pubblico praticamente senza alcun limite temporale. Specie alla luce del fatto che la Spagna negli ultimi anni, al termine delle concessioni, ha liberalizzato senza alcun pedaggio qualcosa come oltre 1.300 km di reteautostradale.

E’ troppo chiedere al premier Meloni e al suo ministro alle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, di dare un taglio a questo genere di gestione della cosa pubblica, riportando all’interno del perimetro dello Stato per il tramite dell’Anas o di una qualche sua società di scopo la gestione di tutte le autostrade con concessione scaduta (A22) e in futura scadenza (A4 Brescia-Padova), mentre si fanno carte false per potere assicurare ancora per 50 anni la manomorta degli enti locali sugli ingenti utili generati da Autobrennero o da Autostrade Alto Adriatico, con quest’ultima freschissima di subentro alla “vecchia” Autovie Venete?

Sarebbe bello saperlo.

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