Commissione europea: il soccorso verde salva il bis di Ursula von der Leyen

Senza i 53 voti degli ambientalisti, la rielezione sarebbe fallita. Rilanciato il “Green Deal” per incassare i voti dei Verdi.

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Il soccorso verde ha salvato dal naufragio annunciato l’Ursula bis, assicurando la rielezione alla guida della Commissione europea di von der Leyen con 401 voti a favore, 284 contrari e 15 astenuti; 7 le schede nulle. A livello italiano, hanno votato a favore Forza Italia, Pd, Europa Verde e Sudtiroler Volkspartei. Contrari Fdi, Lega, M5s e SI.

Di fatto, senza i 53 voti degli eurodeputati ambientalisti, la rielezione alla guida della Commissione europea sarebbe sfumata anche perché l’apertura di Ursula von der Leyen alla conferma e rilancio del “Green Deal” anche nella nuova legislatura ha indispettito molti esponenti del Partito popolare europeo che avevano chiesto una profonda revisione del piano che rischia di scaricare solo sulla manifattura italiana costi per oltre 1.000 miliardi di euro, ponendo seri rischi per la competitività della manifattura italiana ed europea.

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E se a sinistra si festeggia per il rilancio del feticcio ambientalista e per lo scampato pericolo di un’alleanza con la destra moderata dei conservatori dell’Ecr – che hanno votato contro, allineandosi ai Patrioti – le ricadute sociali ed economiche di questo scenario sul tessuto europeo non tarderanno a venire, specie se la Cina continuerà a sovvenzionare la sua crescita in rallentamento con agevolazioni sconosciute all’economia europea, oltretutto con vincoli sociali ed ambientali praticamente inesistenti, e gli Stati Uniti con un Trump vittorioso rilanceranno la propria economia spingendo sulle leve dell’energia fossile e di minori vincoli ambientali, oltre che con dazi all’importazione che potrebbero colpire anche l’export europeo.

Quanto allo scenario che si prepara, la stessa von der Leyen è stata chiara nella conferenza stampa post elezione: «sono molto grata ai Verdi per il loro sostegno. Lavorerò il più possibile con coloro che mi hanno sostenuto, che sono pro-Ue, pro-Ucraina, pro-Stato di diritto. Sono molto grata alla piattaforma Ppe-S&d-Renew, ma sono anche molto grata al gruppo dei Verdi. Abbiamo avuto scambi approfonditi su tutti i temi ed è un buon segno che alla fine abbiano votato sì».

«Abbiamo una legge con l’obiettivo di neutralità climatica per le automobili entro 2035. Quell’obiettivo rimane. E dobbiamo creare prevedibilità per gli investitori, i produttori e, naturalmente, per i clienti. Arrivarci richiederà infatti un approccio tecnologicamente neutrale in cui gli e-fuel dovranno svolgere un ruolo – ha proseguito von der Leyen -. Sapete che al momento abbiamo la legge e abbiamo la proposta per i carburanti elettronici e questi possono svolgere un ruolo con una modifica mirata del regolamento nell’ambito della revisione già prevista. E’ molto importante attenersi agli obiettivi ed essere neutrali dal punto di vista tecnologico».

Il voto contrario di Fratelli d’Italia per la rielezione alla guida della Commissione europea di Von der Leyen «conferma la nostra coerenza. La strada maestra da percorrere, l’unica che avrebbe correttamente interpretato il voto che i popoli europei hanno espresso a giugno, era quella che avrebbe garantito una svolta rispetto al programma della prima legislatura di Von der Leyen – afferma Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera -. Verdi e socialisti sono stati i grandi sconfitti delle Europee e appare quindi un evidente controsenso da parte della neo presidente della Commissione sposarne alcuni contenuti programmatici. Il tema del “Green Deal”, riproposto nonostante i suoi esiti dannosi per le attività produttive, i lavoratori e più vastamente i cittadini europei, fa e farà male a tutta l’Europa. È un tema, quello del “Green Dealinterpretato in salsa rosso-verde, che continuerà a trovare la nostra più ferma e decisa opposizione. Il che non ci impedirà di prestare collaborazione nel caso di una nostra condivisione delle proposte che ci verranno sottoposte».

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