Primo passo per la creazione della società pubblica Autostrade dello Stato Spa dopo il via libera dato dal Consiglio dei ministri su proposta del vicepremier e ministro dei Trasporti, Matteo Salvini.
Il provvedimento darà le basi normative per la costituzione della società, interamente partecipata dal ministero Economia e finanza e sottoposta al “controllo analogo” del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti.
La struttura di Autostrade dello Stato Spa sarà interamente a capitale pubblico ed avrà il compito di gestire le reti autostradali che fanno capo allo Stato e che sono sottoposte a pedaggio.
Per il ministro Salvini «l’obiettivo è avere una società che si occupi delle autostrade pubbliche con pedaggio. Ce ne sono attualmente quattro, l’obiettivo è di avere poi una concessionaria pubblica. È una startup di controllo del Mef che va costruita e che serve. Stiamo lavorando più ad ampio raggio su una nuova concessione di gestione delle concessioni autostradali, ci sono pedaggi diversissimi a seconda delle zone del Paese. L’obiettivo è arrivare a contenere il prezzo di alcuni pedaggi altissimi».
Salvini ha puntualizzato che «le concessioni esistenti vanno a scadenza, non si interviene su quello che c’è. Su quello che sarà stiamo ragionando nell’ottica di avere più investimenti a vantaggio dell’utenza» e tra le prime candidate a rientrare nel nuovo perimetro ci sarebbero l’Autostrada del Brennero posseduta dalla regione Trentino Alto Adige e da altri entri territoriali che opera in regime di proroga di una concessione scaduta da ben 7 anni, e l’autostrada Brescia-Padova e Valdastico la cui concessione in capo ad Abertis (la società spagnola posseduta dalla famiglia Benetton) scade nel 2026 solo in virtù di una proroga per la realizzazione del tratto nord della Valdastico che, però, non è stato ancora realizzato.
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Il sistema autostradale italiano dopo le privatizzazioni degli anni Novanta gestite dal governo di Romano Prodi e, a seguire, da quello Berlusconi, che portarono alla creazione di Aspi e nelle mani del gruppo Benetton la principale rete italiana di trasporto stradale, hanno subito una notevole trasformazione e un sostanziale ritorno sotto l’egida dello stato dopo il del crollo del ponte Morandi a Genova il 14 agosto 2018. Nel 2021 l’assemblea di Atlantia ha ceduto la controllata Aspi (Autostrade per l’Italia) a una cordata con a capo Cdp per un prezzo di 9,1 miliardi, di cui otto per la holding posseduta al 30% dai Benetton e il resto al colosso tedesco delle assicurazioni Allianz. Di fatto, il governo Draghi invece di incassare dal gruppo Benetton indennizzi per la strage del ponte di Genova e le mancate manutenzioni ordinarie e straordinarie sulla rete ed irrogare una sanzione esemplare, ha preferito ricoprire la famiglia di Ponzano Veneto di miliardi a carico dei contribuenti.
L’anno successivo è stato completato il passaggio a Holding Reti Autostradali (HRA) della quota dell’88,06% detenuta da Atlantia. HRA è partecipata da CDP Equity (51%), Blackstone (24,5%) e dai fondi gestiti da Macquarie Asset Management (24,5%).
La nascita di Autostrade dello Stato Spa potrebbe vedere anche un cambio nella gestione dei pedaggi, passando da un sistema a caselli ad uno forfettario con vignetta settimanale, mensile o annuale, abbassando i costi di esazione e prevedendo la gratuità per i residenti nel tratto regionale interessato, dopo decenni di sopportazione dei soli oneri connessi con la presenza di un’infrastruttura sicuramente impattante sul territorio.
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