Mercato dell’auto: il 2023 riparte con gli incentivi sbilanciati sull’elettrico

De Stefani Cosentino (Federauto): «serve un ripensamento complessivo a livello nazionale ed europeo sulle politiche della mobilità».

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Gli incentivi per il mercato dell’auto sono ripartiti e a una settimana dall’apertura delle prenotazioni ancora una volta le richieste dei consumatori riguardano soprattutto i veicoli tradizionali, mentre quelli a batteria o ibridi ricaricabili rimangono al palo.

In questa intervista a “Focus” di “ViViItalia Tv”, il direttore della Web Tv e de “Il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervista Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, l’associazione di catgegoria dei concessionari di veicoli, con cui si traccia un primo quadro della situazione.

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Il problema del mercato dell’auto in Italia è legato al fatto che l’assetto degli incentivi non soddisfa le esigenze dei consumatori, i quali non hanno sufficienti risorse economiche per acquistare un veicolo a batteria o ibrido che, nonostante i ricchi incentivi pubblici, costa ancora migliaia di euro in più di un veicolo di pari livello con solo motore termico. Senza considerare il fatto che un veicolo completamente elettrico pone ancora fortissimi vincoli di utilizzabilità (dai tempi di ricarica della batteria alla disponibilità stessa dei punti di ricarica) e dei costi, oltre che all’acquisto, pure del pieno elettrico, specie se si è costretti a farlo presso i punti di ricarica ad alta potenza e di tenuta del valore sul mercato dell’usato.

De Stefani Cosentino, dopo avere dato dei consigli di massima su come muoversi sul mercato dell’auto all’atto dell’acquisto, sottolinea la necessità che il governo Meloni intervenga finalmente per cancellare le storture del mercato nazionale, a partire dall’abolizione di tutti i vincoli esistenti alla deducibilità dell’auto aziendale, che sarebbe il volano per garantire la sostenibilità del mercato e per garantire introiti fiscali alle casse dello Stato.

Infine, chiosa maliziosa sulle scelte politiche del governo europeo che, in fatto di mobilità, vuole mettere fuori mercato i motori termici entro il 2035, adombrfando che anche sul piano fantasmagoricoFit for 55” ci sia stata qualche “manina” per non dire altro che, come nello scandalo scoppiato all’Europarlamento con le mazzette a eurodeputati dell’area socialista per ammorbidire le posizioni europee su Qatar e Marocco, abbia influenzato le decisioni di una casta politica troppo impreparata e boccalona, pronta a prendere per oro colato proposte che costituiscono un profondo ed irrimediabile danno sociale, economico e strategico all’indipendenza europea.

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