Federcontribuenti lancia l’allarme: 13 milioni di cartelle esattoriali in arrivo

Saranno notificate entro fine 2022 e vanno ad aggiungersi ai 7 milioni già inviate nella prima metà dell’anno. Lemma: «serve un nuovo rapporto fiscale tra stato e contribuenti». 

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Federcontribuenti

I 7 milioni di cartelle esattoriali spediti dall’Agenzia delle entrate nella prima metà del 2022 non erano sufficienti: per recuperare l’arretrato, secondo la denuncia lanciata da Federcontribuenti, sono sulla rampa di lancio altri 13 milioni di cartelle, cui se ne aggiungeranno altri 3 milioni circa nella prima metà del 2023.

In questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv”, l’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e il direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano la presidente di Federcontribuenti, Roberta Lemma.

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Per Lemma, «tale risultato si deve al blocco delle cartelle causa la pandemia da Covid che ha sospeso gli invii delle cartelle esattoriali fino alla fine del 2021. Scaduto tale blocco, gli invii sono ripartiti, solo che cadono nel momento peggiore per l’economia di aziende, lavoratori autonomi e cittadini, vista l’enorme carenza di liquidità causata dalla crisi economica e dalla carissima energia».

L’invio massiccio di cartelle esattoriali nasconde una verità spiacevole: «guardando alle statistiche degli ultimi 5 anni, possiamo affermare che almeno il 56% delle richieste di pagamento inviatedall’Agenzia delle entrate risulta fallato – enumera la presidente Lemma -. Quelle che comunemente si chiamano “cartelle pazze” contengono un’infinità di errori: si va dalla decadenza e prescrizione del tributo e/o emissione di cartelle per tributi già pagati per circa 30% del totale; imposte annullate da decisioni dei giudici tributari: circa 12%; tasse automobilistiche annullate dai Giudici di Pace: circa 8%; tassa dei rifiuti su immobili locarti richiesta al proprietario invece che al conduttore: circa 4%; tassazione separata calcolata in modo non corretto: circa 2%».

Appare evidente come l’Agenzia delle entrate continui nella sua politica della “pesca a strascico” tra i contribuenti, con il difetto che quando ai contribuenti arriva una busta verde tocca a questi ultimi dannarsi a trovare tutte le giustificazioni per attestare la propria correttezza. «Sprecando ore e oredi lavoro, spesso dovendo sobbarcarsi il costo dei consulenti per opporsi alla richiesta di pagamento e affrontare il giudizio tributario» precisa Lemma, secondo cui «per piccoli importi ormaii contribuenti pagano a piè di lista, perché i costi per affermare le proprie ragioni sono superioriall’importo richiesto dal fisco. E questo non va bene, sia per un mero aspetto di correttezza tributaria, sia, soprattutto, per il rispetto dei cittadini contribuenti da parte dell’amministrazione finanziaria».

Insomma, tra stato e cittadini serve, secondo Federcontribuenti, una rinnovata collaborazione, improntata sul reciproco rispetto, magari arrivando a una concertazione reciproca delle tasse da pagare, tale da dare ai contribuenti la certezza del proprio quadro fiscale, valevole almeno per un anno.

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