Il Trentino s’avvia verso l’emergenza rifiuti, con l’esaurimento delle discariche e con le difficoltà connesse con lo smaltimento della parte residua presso inceneritori fuori provincia, tanto che la giunta provinciale ha deciso di chiudere localmente il ciclo rifiuti mediante la realizzazione di un impianto di trattamento finale da realizzarsi al più presto per garantire il servizio.
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Sono almeno 15 anni che la politica locale dibatte su come chiudere il ciclo dei rifiuti e sulla realizzazione dell’impianto di trattamento finale della parte residua, che inizialmente doveva essere un inceneritore da 130.000 tonnellate di capacità annue da realizzare presso l’odierna discarica di Ischia Podetti a Trento, salvo optare per un’accelerazione della raccolta differenziata spinta con il porta a porta, cosa che ha avuto un indubbio successo portando il Trentino ai vertici nazionali, ma pur sempre avanzando una certa quantità di rifiuto finale da smaltire.
E con l’Europa che ha messo il bando all’utilizzo delle discariche e con quelle attive in provincia in via di esaurimento, con il preavviso che la provincia di Bolzano cui ora viene inviato parte del rifiutonon differenziabile assieme agli impianti di Brescia e Verona, la scelta di decidere cosa fare è diventata impellente.
Sulle caratteristiche tecniche ed operative dell’impianto, la giunta ha incaricato il proprio braccio tecnologico della Fondazione Bruno Kessler di individuare la soluzione migliore che il direttore del Centro energia sostenibile, Luigi Crema, illustra in questa puntata di “Focus” di “ViViItalia Tv” intervistato dall’esperto in comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, valutando le implicazioni di ciascuna tecnologia e le sue ricadute ambientali ed energetiche. Con quella migliore che è la gassificazione, che non emette alcuna sostanza inquinante, né liquida né gassosa, con il vantaggio non richiedere l’utilizzo del calore di risulta dell’impianto in una rete di teleriscaldamento, producendo come sottoprodotto materie prime per la produzione di biocarburanti sostenibili e uno scarto ceramico riutilizzabilenell’industria.
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