“Bianco & Nero”: speciale elezioni amministrative con il bilancio dei ballottaggi

Il centro destra conquista più amministrazioni, mentre il centro sinistra ne perde. Ma il centro destra perde soprattutto grandi città amministrate da lustri causa le divisioni al proprio interno. 

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elezioni politiche

In questa puntata speciale di “Bianco & Nero” condotta dall’esperto in analisi e comunicazione politica, Gianfranco Merlin e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, si va a commentare l’esito della tornata delle amministrative del 12 e 26 giugno da cui esce un bilancio materiale piuttosto chiaro, con il centro destra che passa da 54 a 58 amministrazioni vinte e il centro sinistra che passa da 48 a 38 realtà, con il calo delle liste civiche (da 31 a 23) e l’alleanza inedita tra M5s e centro sinistra che passa da 0 a 15 amministrazioni conquistate.

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Certo, come si usa in finanza, le città conquistate, oltre a contarle, si pesano, perché un conto è vincere un comune da 1.000 abitanti, altro è una città capoluogo da oltre 100.000. E in questa tornata, per le beghe e i personalismi interni al centro destra, la coalizione di Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi ha perso parecchie roccaforti storiche: da Verona – caso più clamoroso – ad Alessandria, Monza, Cuneo, Catanzaro, con la mancata conquista – su cui soprattutto la Lega aveva posto molte aspettative – di Padova con il sindaco uscente del centro sinistra riconfermato a furor di popolo al primo turno.

Per un Enrico Letta che festeggia la qualità del successo, il centro destra brinda per il risultato numerico, ma entrambi gli schieramenti hanno perso perché gli elettori sono stati in gran parte a casa, disertando le urne a livelli da record, specie al ballottaggio.

Le elezioni amministrative hanno nuovamente allargato il solco tra la politica politicante dei vari Salvini, Letta, Berlusconi e financo della Meloni, non trovando soluzioni alla loro necessità di amministratori capaci in grado di assicurare un puntuale buon governo delle realtà urbane. Uno scenario preoccupante, che potrebbe ingrandirsi ancora di più in vista delle prossime politiche, complice anche un sistema elettorale che premia la potestà dei leader di partito di candidare e fare eleggere personaggi di seconda o terza fila, il cui unico valore aggiunto per il leader di turno è la loro fedeltà e osservanza acritica.

Per riavvicinare gli elettori alle urne sarebbe utile cambiare le regole del gioco, non tanto per favorire l’ingovernabilità con il ritorno al sistema proporzionale, ma con un sistema a doppio turno, dove al primo gli elettori premiano il partito del cuore o quello che presenta il programma meno peggio, mentre al secondo i cittadini scelgono tra i candidati meno peggio usciti dal primo turno. Sarebbe un incentivo a capi e a capetti vari a scegliere con più accortezza candidati capaci e spendibili, forti di un buon curriculum personale, arricchito da valide esperienze di lavoro, per evitare che siano impallinati nelle urne.

Buona visione del “Bianco & Nero”.

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