“Finanza e ascolto. Nella Fase 2 vogliamo esserci, perchè gli investimenti nel Nordest ci saranno. Anche se per ora possiamo sono parlare di scenari, senza fare previsioni perchè la pandemia è asincrona, varia da regione a regione e da Paese a Paese. Anche se, ho notato come negli ultimi 20 giorni, la voglia di ripartire è tornata, insieme alla fiducia nei nostri imprenditori”. Renzo Simonato è responsabile per il Triveneto di Intesa Sanpaolo. Una realtà che negli ultimi anni è cresciuta anche dopo l’acquisizione di Veneto Banca e la Banca Popolare di Vicenza che hanno aggiunto 300 sportelli e circa 2.000 persone.
“Nel Triveneto lavorano 9.800 persone, di cui 6.609 nella rete commerciale, che è composta da 569 sportelli retail, 45 exclusive e 38 per le imprese – spiega in un’intervista all’Italpress -. Ci sono poi circa 1700 esercizi convenzionati Banca 5 dove i nostri clienti hanno la possibilità di prelevare, fino a un massimo di 250 euro giornalieri. All’interno di questa direzione abbiamo inoltre quattro filiali online in cui lavorano oltre 300 colleghi a servizio del territorio nazionale. Già dal 2015 infatti il nostro Gruppo ha investito nella multicanalità integrata dove il gestore è centrale nella relazione e può essere raggiunto e raggiungere il cliente con diverse modalità digitali (filiale online, app, home banking telefono, skype…). Abbiamo quindi già tutti i servizi necessari alla digitalizzazione e all’operatività a distanza che il Covid-19 ha imposto al nostro lavoro”.
“Da subito abbiamo messo a disposizione linee di credito per la liquidità, nello specifico con finanziamenti della durata di 18 mesi per supportare le aziende in questa fase di carenza di domanda o di blocco delle attività e quindi di mancanza di fatturato. Abbiamo così assicurato la possibilità di pagare gli stipendi, ma anche fornitori”, sottolinea Simonato, che aggiunge: “A febbraio, abbiamo stanziato a livello nazionale un plafond di 15 miliardi, che grazie alle misure varate dal Governo, la banca ha potuto poi elevare a 50 miliardi di euro di dotazione di credito per il Paese, cui, 10 miliardi sono dedicati al Triveneto. Ad oggi nel Triveneto stiamo erogando 330 milioni di euro di finanziamenti a 18 mesi, le moratorie richieste sui finanziamenti sono circa 65.000, mentre i prestiti fino a 25.000 euro garantiti al 100% dallo Stato sono, tra erogati e in fase di erogazione, circa 18000. Si è aggiunta poi la moratoria dei prestiti a medio e lungo termine fino a 24 mesi per il settore del turismo”.
Alla domanda se il calo dell’export porterà a ripensare i progetti d’impresa, il managere risponde così: “In molti settori i clienti non sono cambiati per quanto riguarda l’export, ecco perchè le potenzialità per la ripresa ci sono. Nella meccanica, come dichiarato dal presidente di Ucimu, in questi ultimi mesi gli ordini sono calati anche del 20%. Al di là della ripresa delle attività ordinarie, questa pandemia potrà, a mio parere, portare gli imprenditori a riflettere su nuovi paradigmi, per esempio sulla struttura delle supply chain globalizzate, e chiedersi eventualmente se le filiere corte come nel nostro Nordest possono essere più efficaci”.
(ITALPRESS).