Triciclazolo: no ad importazione di riso con residui superiori ai limiti Ue

Confagricoltura, Coldiretti e Filiera Italia chiedono il blocco delle deroghe concesse dalla Commissione europea ai produttori esteri.

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Triciclazolo riso grumolo

La proposta della Commissione UE di aumentare il livello massimo di residui di Triciclazolo per le importazionidi riso non ha raggiunto, nel Comitato permanente, la maggioranza qualificata per procedere.

«Si tratta di un primo positivo risultato per le nostre produzioni – spiega il presidente della Federazione nazionaledi Prodotto Riso di Confagricoltura, Giovanni Perinotti –. Auspichiamo che il Governo, in particolare il ministero della Salute, continui ad attuare ogni azione possibile per contrastare l’adozione del provvedimento unionale».

In Europa l’utilizzo del Triciclazolo è vietato. «Consentire importazioni con una soglia di tolleranza innalzata da 0,01a 0,09 mg/Kg, come proposto dalla Commissione, – aggiunge Perinottifavorirebbe ulteriormente l’importdi riso da Paesi che non hanno gli stessi vincoli alla produzione applicati nella UE: questo significa che non sarebbe rispettato il principio di reciprocità a tutela della sicurezza alimentare, oltre a costituire una graveminaccia per la competitività delle nostre imprese».

L’Italia, con circa 218.000 ettari coltivati, è il primo produttore europeo di riso, con poco più del 50% della coltivazione presente nell’Unione, anche se a causa della siccità delle due ultime stagioni agricole si è registratoun crollo della produzione.

Per Coldiretti e Filiera Italia con le importazioni di riso asiatico in Italia in rialzo dell’86%, praticamente raddoppiate nel 2022, «è importante il primo stop all’innalzamento del limite dei residui di Triciclazolo, un potente pesticida vietato nell’Unione Europea, ma utilizzato nei principali Paesi produttori, dal Vietnam alla Cambogia, dal Myamar all’India fino al Pakistan».

«A partire dal 2016 l’uso di tale sostanza attiva è stato vietato in Ue e sono state vietate anche le importazioni di prodotti che presentano residui di Triciclazolo – sottolineano Coldiretti e Filiera Italia -. L’ammissione di una certa quantità di tale principio chimico nel prodotto importato oltre a danneggiare le imprese italiane ed europee del settore, rappresenta un potenziale rischio sanitario per i consumatori».

Qualora la Commissione decidesse di andare comunque avanti, il regolamento dovrebbe avere il via libera del Consiglio e del Parlamento Europeo nei confronti dei quali continua il pressing della Coldiretti e di Filiera Italia.

«È importante – aggiunge Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia – evitare di mettere gli agricoltori europei in situazioni di svantaggio competitivo con i produttori dei paesi terzi, contravvenendo il principio di reciprocità, la Commissione lo capisca una volta per tutte e smetta di lavorare contro la produzioneagroalimentare europea per interessi non chiari».

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