L’Italia si attrezza per testare le nuove tecniche di evoluzione assistita per una lotta evoluta alle tante fitopatologie che hanno danneggiato, anche a causa di lunghe stagioni siccitose alternate ad acquazzoni e bombe d’acqua, colture di primaria importanza in agricoltura.
A far da apripista la Lombardia che si appresta, prima in Italia, a sperimentare in campo le Tea (Tecniche di evoluzione assistita). La sperimentazione, annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, riguarderà piante di riso modificate per renderle resistenti al fungo responsabile della malattia nota come “brosone”.
«In questi giorni – precisa Beduschi – abbiamo ricevuto il parere tecnico di Ispra per poter avviare le attività in un campo sperimentale in Lomellina. Si tratta della svolta che auspicavamo da tempo per poter testare concretamente le potenzialità di queste tecniche di miglioramento genetico che permettono di ottenere piante più resistenti alle malattie e più adatte ad affrontare anche gli effetti del cambiamento climatico».
Per il via definitivo all’iter, è atteso uno specifico decreto del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica che consentirà alla regione Lombardia di organizzare l’attività assieme ai partner agricoli e scientifici individuati.
«Partiremo dal riso – prosegue l’assessore della prima regione agricola italiana – nella provincia di Pavia che ne è la culla in Italia, con l’obiettivo di fornire risposte all’agricoltura del futuro e poter presto estendere i test anche alle uve. Va chiarito che le Tea, a differenza degli Ogm, non prevedono utilizzo di materiale genetico estraneo alla specie».
Beduschi esprime «un ringraziamento al governo e all’azione del senatore De Carlo che per primo, con un disegno di legge, ha sensibilizzato sulla necessità per l’Italia di sperimentare le Tea. Oggi, finalmente, ci siamo».
Per Confagricoltura, le nuove tecniche di evoluzione assistita «sono in grado di dare agli agricoltori, grazie alla ricerca e alle innovazioni, nuovi strumenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e per continuare a ridurre la pressione sulle risorse naturali, a partire dall’acqua. Salvaguardando, allo stesso tempo, i potenziali di produzione».
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