Pac alle battute finali nella discussione al Parlamento Europeo

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Dacian Ciolos Giancarlo ScottàScottà: “parecchie e di rilievo le differenze apportate dal Parlamento al testo proposto dalla Commissione agricoltura”

Rush finale per la riforma della Pac che, dopo essere stata approvata dall’Europarlamento, nell’ultima sessione plenaria, è stata sottoposta al vaglio dei ministri agricoli della Ue i quali, pochi giorni fa, a Bruxelles, hanno trovato una posizione comune in seno al Consiglio, con l’intesa di 25 Paesi su 27, esclusi i Governi di Lubiana e Bratislava.

Ora spetta al Parlamento portare avanti i negoziati con Commissione e Consiglio, nei cosiddetti “triloghi”, per far sì che i lunghi mesi di trattative sulla riforma della Politica agricola comune vadano a buon fine e si possa raggiungere un accordo politico entro fine giugno, come auspicato dal titolare Ue all’Agricoltura, Dacian Ciolos.

La plenaria dell’Assemblea legislativa continentale ha approvato quattro risoluzioni sulla riforma della Pac, che danno al Consiglio il mandato per negoziarla, a partire dall’11 aprile: Pagamenti diretti, Sviluppo rurale, Organizzazione comune di mercato (Ocm), Finanziamento gestione e monitoraggio della Pac. Di queste ultimi tre, relatore ombra per il gruppo l’“Europa della Libertà e della Democrazia” (Eld) è l’eurodeputato trevigiano della Lega Nord Giancarlo Scottà, da sempre protagonista delle trattative portate avanti in Parlamento a favore dei piccoli agricoltori, dei giovani e delle donne impiegate nel settore agroalimentare, nonché della tutela dei marchi di qualità. L’europarlamentare del Carroccio si è detto “soddisfatto” delle ultime “tappe” percorse dalla riforma della Pac, “nonostante siano ancora necessari alcuni miglioramenti”. “Grazie all’ottimo lavoro di squadra con i miei colleghi – ha dichiarato Scottà – abbiamo assicurato il proseguimento dell’importante processo di riforma, riuscendo a mantenere quanto approvato in Commissione agricoltura (Comagri), ovvero portando avanti gli interessi dei nostri agricoltori, che siamo pronti a difendere nei futuri negoziati con Consiglio e Commissione Ue. Siamo arrivati a questo accordo -ha specificato- dopo mesi di intenso lavoro, che sono stati però altamente ricompensati, visto che molte delle mie istanze sono state accolte in modo trasversale dai vari gruppi politici”.

È lo stesso Scottà che ci spiega, nei dettagli, le differenze tra i testi usciti dalla Comagri e quelli approvati in plenaria. Eccole.

Greening: Le ultime novità. “L’esito del voto ha creato difficoltà, nel delineare una posizione netta, da parte del Parlamento Europeo. È passata, comunque, una linea più ‘morbida’ sul greening, per cui dai 10 ettari ai 30 è prevista l’alternanza di due colture, e di tre dai 30 ettari in su. I prati e i pascoli permanenti non saranno soggetti all’obbligo di greening, mentre per quel che riguarda le aree a interesse ecologico si parla di un 3% dai 10 ettari in su”.

On. Scottà 11-05-2011 1Piccoli agricoltori: “gli Stati membri possono istituire un regime semplificato, per i piccoli agricoltori, includendo automaticamente, in tale regime, quelli che hanno diritto ad un pagamento inferiore a 1.500 euro. Questi ultimi, inoltre, sono esenti da pratiche agricole previste dal greening”.

Ocm unica: due le sostanziali novità in merito all’Organizzazione comune di mercato, dopo che la Comagri si era fermamente espressa contro le proposte iniziali dell’Esecutivo europeo che prevedevano la liberalizzazione dei diritti d’impianto, per i vigneti, nell’ambito della riforma del settore del vino in Europa. “Il Consiglio, proponendo un sistema di autorizzazioni a sostituzione dei diritti d’impianto, che dovrà regolamentare questo settore, ha dimostrato un’apertura importante nei confronti dei produttori, in linea con quanto richiesto dalla nostra commissione. Inoltre, sempre su nostro suggerimento, le misure d’informazione e promozione, sostenute dall’Ocm, saranno destinate non solo ai Paesi terzi ma anche al mercato interno. In plenaria, poi, è passato un emendamento a sostegno di quei produttori che utilizzano il mosto concentrato per aumentare la gradazione alcolica del vino” sottolinea Scottà.

Riguardo al “pacchetto latte”, non ci sono state variazioni di rilievo, rispetto al voto in Comagri. L’eurodeputato della Lega ricorda che “tra le misure predisposte si prevede la facoltà per le organizzazioni di produttori, che agiscono a nome dei loro associati, di stabilire in anticipo, sotto forma di contratto, alcuni punti fondamentali del contratto stesso come il prezzo, il volume e la durata del contratto. Non si tratta di misure obbligatorie, sono gli Stati Membri a decidere se adottarle e in quest’ultimo caso, la stipulazione dei contratti è vincolata all’osservanza dei criteri previsti dal regolamento”.

Per il Fondo agricolo europeo per lo sviluppo rurale (FEASR), “tra i punti di maggiore interesse vi è l’inserimento dei ‘prestatori’ di servizi agricoli nelle zone rurali, ovvero i controterzisti, nell’ambito del sostegno all’avviamento di imprese in attività extra-agricola. Un’istanza, questa, che ho sempre supportato in Comagri”.

“Un’altra questione fondamentale è stata l’inserimento di un nuovo paragrafo che ha aggiunto, in relazione al sostegno all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori, la possibilità di poter godere del supporto per l’acquisto di terreni sotto forma di garanzia bancaria e agevolazioni nei tassi di interesse”.

Rammarico per il no del parlamento al doppio pagamento: “purtroppo, il voto in plenaria si è espresso contro il doppio pagamento, con cui l’agricoltore – dice Scottà -avrebbe potuto ottenere un finanziamento, sia dal primo, che dal secondo pilastro, per misure volte a realizzare interventi consistenti in uno o più impegni agro-climatico-ambientali. Io stesso avevo sostenuto questo emendamento, fondamentale per tutelare i nostri agricoltori, dopo il passaggio dal pagamento storico al nuovo pagamento di base”.