Paolo de Castro, presidente del Comagri al Parlamento europeo afferma che l’itala non rischia più il dismpegno dei fondi non spesi
“Sotto la presidenza irlandese non ci sarà alcun accordo finale sulla Pac”. Così ha detto a Bardolino il presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro, intervenendo al III Forum sul latte di Clal, importante centro di analisi sul latte, di cui Fieragricola è sostenitore.
Chi si attendeva il via definitivo entro il prossimo 30 giugno (fino ad allora dura la presidenza irlandese) rimarrà deluso. “Però attenzione: potremo e, con ogni probabilità ci riusciremo visto che i triloghi stanno procedendo bene, a raggiungere un’intesa sul piano politico”. Dunque, si definiranno le linee politiche, mentre rimarrà in sospeso l’accordo sul budget.
Paolo De Castro, invitato a parlare sul tema della “Sostenibilità ambientale delle produzioni lattiero- casearie nel contesto della nuova Politica agricola comunitaria”, ha voluto dare agli operatori della filiera lattiero casearia presenti in sala (oltre 200 rappresentanti del mondo agricolo,dell’industria di trasformazione, della cooperazione e della Gdo) un aggiornamento sull’iter negoziale della Politica agricola comune (Pac).
“I capi di Stato e di governo e il Parlamento europeo – ha precisato De Castro – non si sono ancora messi d’accordo sul bilancio pluriennale europeo e la Pac assorbe il 40% delle risorse comunitarie. Questo comporta uno stallo, perché il Consiglio non vuole venire incontro alle richieste del Parlamento europeo, mentre per noi è importante definire una clausola di revisione e tornare fra due anni a discutere nuovamente le prospettive economiche e di bilancio”.
Partendo dalla volatilità dei prezzi, che si è rivelata una costante, a fasi alterne, dal 2007-2008, De Castro ha toccato un altro risvolto della Pac: “l’indirizzo politico della Pac non è cambiato, è rimasto sostanzialmente di natura ambientale, ma non si parla di sicurezza alimentare e di approvvigionamenti, due aspetti al centro della politica agricola degli Usa, che pure esportano commodity, ma si stanno preoccupando di assicurarsi il fabbisogno alimentare”.
Prospettive diametralmente opposte. “Noi in Europa pensiamo al ‘greening’ e non possiamo, come Parlamento europeo, cambiare l’impostazione della Pac, un potere che rimane in capo alla Commissione – ha precisato –. E così questa Pac viene costruita su dei fondamentali completamente cambiati”. Con un esempio concreto, De Castro porta l’esempio della soia: “l’Ue importa il 90% della soia di cui ha bisogno. E la Cina, che negli ultimi otto anni ha più che duplicato il consumo di latte, sta facendo contratti ventennali con il Brasile per la soia; dobbiamo mettere in conto che, già oggi, il mercato della soia è fortemente condizionato dalla Cina”.
La riforma della Pac introdurrà, ha chiarito De Castro, “il nuovo sistema assicurativo sui redditi, che sarà collocato nel secondo pilastro. Accanto ai Psr regionali ci sarà un piano di sviluppo rurale nazionale, che porterà rilevanti benefici per Italia, eliminando il rischio del disimpegno dei fondi non spesi, che non torneranno più a Bruxelles, ma andranno ad alimentare il piano di sviluppo rurale nazionale di Roma”.
Via le quote latte dal 2015, verso il “Pacchetto latte bis”. Indietro non si torna e quanto è stato deciso, cioè l’abolizione delle quote latte dal 1 aprile 2015, verrà applicato. “Non c’è una maggioranza che può sostenere le quote, anche se sono convinto che la maggioranza delle organizzazioni sindacali agricole italiane sarebbero favorevoli a portare avanti il sistema delle quote, che pure avevano definito come male assoluto – ha dichiarato De Castro –. Bisogna lavorare per gestire la fase successiva. E se la proposta dell’europarlamentare francese Michel Dantin, che ha avanzato la proposta su un sistema di gestione delle quantità, se ne possono proporre altre”. Rispetto ai programmi del Gruppo di alto livello costituito nel 2008 per gestire il “soft landing”, l’atterraggio morbido verso un sistema senza quote, il Pacchetto latte non ha offerto prospettive eccellenti. “Per l’Italia è positiva la norma che consente la programmazione produttiva delle Dop – ha specificato il numero uno della Comagri al Parlamento europeo – ma non c’è nulla per rafforzare il potere contrattuale dei produttori, accrescere la trasparenza, stabilizzare il mercato riequilibrando la domanda e l’offerta”.
E a settembre, ha anticipato De Castro, “ci sarà un grande momento europeo dove si tornerà a parlare di latte. Se non faremo in tempo a trarre indicazioni nella riforma della Pac, perché l’avremo già chiusa, ci sarà un Pacchetto latte bis, per gestire nel migliore dei modi la fase che si apre con la fine del regime delle quote”.