Nel 2024 sfiorati i 3,3 miliardi di euro. Export e import in crescita nell’UE-27.
Lo stato di salute del compatto florovivaismo italiano è al centro del primo Rapporto sul florovivaismo italiano, promosso da Myplant, Coldiretti e Assofloro, in collaborazione con Centro Studi Divulga e Istituto Ixè.
Il settore del florovivaismo in Unione europea, secondo le proiezioni Eurostat, nel 2024 ha raggiunto un valore alla produzione di 24,5 miliardi di euro (+1% rispetto al 2023, +8% rispetto a cinque anni fa, +4,62 miliardi di euro rispetto a 10 anni fa), con l’Italia che contribuisce per poco meno di 3,3 miliardi, posizionandosi al terzo posto dietro Paesi Bassi e Spagna.
In Spagna e in Italia il valore generato dal settore florovivaistico nel 2024 è il più alto mai registrato nell’ultimo decennio. I principali produttori europei sono, nell’ordine:
1. Paesi Bassi, con 8,8 miliardi di euro, pari al 36,1% del valore complessivo dell’UE-27
2. Spagna con 3,9 miliardi di euro (15,9%);
3. Italia con poco meno di 3,3 miliardi (13,3%);
4. Germania con circa 2,5 miliardi (10,1%)
5. Francia con poco più di 1,8 miliardi (7,4%).
Secondo le stime, nel 2024 il valore della produzione del comparto florovivaismo italiano ha raggiunto un nuovo massimo storico, superando i 3,25 miliardi di euro. Il valore a prezzi base del comparto florovivaistico italiano continua a crescere, registrando un incremento del 3,5% rispetto all’anno precedente, del 23% rispetto a cinque anni fa e del 30,8% rispetto a dieci anni fa.
Il comparto del florovivaismo rappresenta l’8% delle produzioni vegetali e il 5,3% del totale agricoltura, ed è rappresentato, secondo l’ultimo censimento agricolo, da 19.000 imprese (9.356 operative nel vivaismo e 11.855 per piante e fiori). Le aziende italiane si dividono tra piccole realtà con fatturati inferiori ai 100.000 euro (60,4%) e imprese più strutturate, principalmente nel vivaismo, dove circa il 10% delle aziende supera i 500.000 euro di fatturato annuo.
In base agli ultimi dati Eurostat disponibili, nel 2023 l’Unione europea contava 198.000 ettari destinati al florovivaismo, il 15% dei quali (29.780) sono in Italia. La regione più importante per la produzione florovivaistica complessiva italiana risulta essere la Toscana, con un valore di produzione che si avvicina al miliardo di euro, corrispondente a oltre il 30% del mercato italiano. Segue la Liguria con 446 milioni di euro (14,2%), letteralmente “Regina dei Fiori”. A completare le prime posizioni si trovano la Sicilia, con 302 milioni di euro (9,6%) e la Lombardia, con 277 milioni di euro (8,8%).
Nei primi nove mesi del 2024, i prodotti florovivaistici italiani hanno registrato una crescita delle esportazioni del 5% – oltre quota 1 miliardo di euro – e delle importazioni (+31,4%, a 618,5 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: ciò ha comportato una riduzione del saldo della bilancia commerciale del 20,3%, che pure rimane in campo positivo con un avanzo di circa 390,5 milioni di euro.
Francia, Paesi Bassi e Germania sono i principali acquirenti di prodotti italiani, mentre Paesi Bassi sono anche il principale fornitore per l’Italia, seguiti da Francia e Spagna. I flussi commerciali globali di prodotti florovivaistici, da e verso l’Unione europea, hanno registrato un significativo andamento di crescita nel periodo 2014-2023, con un aumento del 75,3% per le esportazioni e del 54,6% per le importazioni. In questa cornice, la bilancia commerciale è rimasta positiva, con un saldo di circa 4,7 miliardi, in crescita del 1% rispetto all’anno precedente.
I Paesi Bassi si confermano il principale esportatore di prodotti florovivaistici all’interno dell’Unione europea, con un valore delle esportazioni pari a 12 miliardi di euro, che rappresentano il 71,5% dell’export UE-27 nel 2023. L’Italia si posiziona al secondo posto dell’export UE con 1,2 miliardi di euro (7,2%), seguita dalla Germania con 896,2 milioni di euro (5,4%).
Per quanto riguarda le importazioni, la Germania detiene il primato, con 2,8 miliardi di euro, pari al 23,1% dell’import di prodotti florovivaistici dell’UE-27 nel 2023. Seguono i Paesi Bassi, con poco meno di 2,7 miliardi di euro (22,1%) e la Francia con 1,3 miliardi (10,6%). L’Italia si colloca al quarto posto.
I fiori recisi continuano a dominare il commercio florovivaistico europeo, rappresentando circa un terzo delle esportazioni e delle importazioni complessive. Le piante in vaso, con esportazioni che hanno superato i 6 miliardi di euro sono la categoria in maggiore espansione, e rappresentano una porzione importante del commercio florovivaistico, con oltre un terzo dei flussi commerciali.
Se da un lato il florovivaismo si conferma un pilastro dell’agricoltura e dell’economia italiana, dall’altro deve fare i conti con una congiuntura internazionale sfavorevole e la necessità di fronteggiare gli sbalzi climatici (secondo il Rapporto, il 65% delle imprese è stato interessato, negli ultimi 3 anni, da eventi climatici quali alluvioni, grandinate, vento…): elementi di grande impatto per i costi di produzione e trasporto, con aumenti del +83% per l’energia, +45% per i fertilizzanti e +29% per sementi e piantine rispetto al 2020.
A questo si aggiunge il problema della concorrenza da parte delle importazioni a basso costo, spesso provenienti da Paesi che non rispettano gli stessi standard ambientali, sociali e fitosanitari italiani: il 75% delle aziende intervistate nel Rapporto è stato interessato, negli ultimi 3 anni, da una fitopatologia; la diffusione di nuove fitopatologie è un problema segnalato dal 36% delle aziende.
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