Assomela: andamento positivo per le vendite di mele nella stagione 2018/’19

In calo le quotazioni rispetto al 2018 (anno caratterizzato da scarsità di prodotto), ma in linea con quelle degli anni precedenti. 

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azione antinfiammatoria

Il comitato marketing di Assomela ha analizzato l’andamento del mercato nelle ultime settimane. Le giacenze di mele da tavola al 1 aprile 2019 sono pari a 392.395 tonn e quindi, escludendo la scorsa stagione come noto condizionata dalla scarsità di prodotto a causa delle gelate della primavera 2017, risultano in linea con le annate precedenti.

Le vendite del mese di marzo si sono rivelate piuttosto vivaci con una quantità decumulata superiore alle 220.000 tonn. Quanto alle varietà, per la Golden, la varietà più rappresentativa in termini di produzione, si registra una giacenza di 368.926 tonn, inferiore del 6,5% alla media delle stagioni precedenti; per la principale cultivar italiana persiste qualche difficoltà per la merce non appartenente alla prima categoria, per la quale, invece, complice anche la minore disponibilità, le quotazioni sono generalmente buone e le vendite regolari.

Sebbene le giacenze di Red Delicious siamo leggermente superiori alla norma – da considerare comunque nel quadro di una produzione particolarmente sostenuta – per questa varietà le vendite di marzo sono state soddisfacenti anche grazie all’importante sbocco rappresentato dall’India e dai principali paesi mediorientali.

La Gala, come previsto dai piani di decumulo, sta terminando in queste settimane, dato che le vendite di marzo hanno fatto registrare un record per questa varietà, superando le 30.000 tonn.

Le giacenze di Granny Smith sono inferiori di quasi il 4% rispetto alla media 2014-2016 e le vendite nel mese di aprile, come nel resto della stagione, sono state regolari; stock e vendite sotto controllo anche per la varietà Fuji.

In generale, le quotazioni sono chiaramente inferiori a quelle della stagione scorsa che tuttavia, vista l’eccezionalità, è corretto escludere dalle statistiche. Considerate quindi le stagioni 2014/2015 e 2016/2017, i prezzi sono decisamente paragonabili per similarità di condizioni di mercato ed in alcuni casi migliori, se consideriamo il prodotto di ottima qualità e le cosiddette nuove varietà, per le quali le quotazioni si sono assestate su livelli positivi fin da subito.

Resta, come frequentemente sottolineato, la cosiddetta “incognita” Polonia che ad oggi rappresenta un competitore forte, soprattutto in alcuni mercati, con prodotti però di profilo inferiore ed a costi di produzione bassi che si riflettono sul prezzo finale.

Su questo punto resta evidente che in futuro sarà necessario considerare l’equilibrio – o per meglio dire lo squilibrio – del mercato comunitario, ponendo limiti e condizioni nella concessione di risorse, in particolare attraverso i Piani di Sviluppo Rurale, a sostegno di nuovi impianti frutticoli o dei rinnovi. In tal senso una migliore conoscenza del potenziale produttivo del settore, attraverso un catasto comunitario adeguato e affidabile, pare altrettanto necessaria.

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