Assolatte ha presentato a Shangai la campagna di Cina per promuovere e comunicare i prodotti lattiero caseari italiani. Nel 2015 il valore delle esportazioni di formaggi italiani verso la Cina era di poco superiore a 1 milione di euro. Nel 2019 ha raggiunto il traguardo dei 20 milioni di euro, superando le 3.700 tonnellate, e nei primi 7 mesi del 2020 sono ancora aumentate (+3,6% a valore e +8,2% a volume) nonostante il Covid-19, che nei primi mesi siano ha colpito duramente la Cina.
Sul mercato cinese, secondo Assolatte, ci sono ancora ampi margini di crescita, poiché questo grande Paese asiatico assorbe solo il 2% delle nostre esportazioni extra-UE.
La campagna di Cina di Assolatte, realizzata con il supporto dell’Unione europea, durerà tre anni, con l’obiettivo di migliorare il livello di conoscenza dei prodotti lattiero caseari italiani e aumentarne il consumo in un mercato dove si registra una crescente richiesta di prodotti di qualità. La campagna è rivolta a diversi target (commercio, consumatori e media) e servirà a sensibilizzare gli importatori, con seminari e incontri “b2b” e visite di operatori cinesi presso alcune aziende lattiero-casearie italiane.
L’iniziativa di Assolatte ha preso il via con una conferenza stampa nell’ambito della XXIV edizione di Food & Hotel China, la più importante manifestazione espositiva del paese, nel corso della quale Paolo Zanetti, presidente di Assolatte, ha presentato ai giornalisti e agli operatori cinesi il triennio di attività. Parte importante della presentazione, la degustazione guidata di alcuni dei migliori prodotti lattiero-caseari italiani a cura dell’executive restaurant chef del Bellagio di Shanghai, Giulioantonio Di Sabato.
Sono oltre 20 le aziende associate ad Assolatte che hanno partecipato alla campagna di Cina con i loro prodotti: in degustazione oggi i capolavori caseari italiani: Pecorino, Mozzarella, Mozzarella di bufala campana, Gorgonzola, Parmigiano e Grana Padano, Provolone, Ricotta, Piave, Mascarpone. Non potevano mancare, inoltre, latte e yogurt, entrambi molto graditi al mercato cinese.
Il mercato alimentare cinese sta dimostrando uno straordinario dinamismo grazie alla crescita del reddito pro capite e alla diversificazione dei consumi alimentari, trainati dalla diffusione di abitudini sempre più internazionali. Salubrità, qualità, sostenibilità e tradizione sono le nuove parole chiave per conquistare spazio in un mercato che conta quasi 1,4 miliardi di abitanti. E anche gli indicatori macroeconomici fanno prevedere ottime prospettive per il mercato cinese.
I prodotti freschi con il mascarpone e la mozzarella “Made in Italy” sono i formaggi italiani più consumati in Cina; apprezzatissimo il latte alimentare, grazie a importanti collaborazioni Italia-Cina. Anche le vendite di yogurt – soprattutto quello da bere – crescono ogni anno del 10%, trainate dalle note e riconosciute proprietà salutistiche e dall’assenza di lattosio. Le imprese italiane stanno investendo molto anche nei grandi formaggi tradizionali, dal Grana Padano al Parmigiano Reggiano, dal Pecorino Romano al Provolone, al Gorgonzola, formaggi sempre più promettenti.
«Il lavoro da fare è tanto – commenta il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti -. La Cina sembra volersi aprire al mercato internazionale, abbattendo gradualmente le barriere che rendono davvero difficile l’ingresso delle imprese straniere e dei nostri prodotti».
In questo contesto, il Governo cinese sta rafforzando le relazioni con l’Europa attraverso l’EU–China 2020 Strategic Agenda for Cooperation, strumento di dialogo che consente di condividere i rispettivi piani di sviluppo, rafforzando la cooperazione in ambito commerciale, con una progressiva standardizzazione delle procedure di accesso e una condivisione degli aspetti normativi che regolano il commercio elettronico.
Un capitolo dell’agenda, decisivo per le aziende italiane, è la tutela delle indicazioni geografiche, necessaria per contrastare il fenomeno della contraffazione del “Made in Italy” caseario, che rischia di esplodere visto l’interesse globale per un mercato – quello cinese – tutto da costruire.
«Bisogna lavorare ed essere ottimisti. La marcia per la tutela delle Indicazioni geografiche è lunga, richiede impegno e investimenti – sottolinea Zanetti -. Il mercato cinese fa gola a tanti ed è facile – in assenza di regole condivise – approfittare della scarsa conoscenza dei veri formaggi italiani DOP. Per questo abbiamo molte aspettative e valutiamo positivamente l’accordo Ue-Cina sulla protezione delle indicazioni geografiche, che verrà votato proprio in questi giorni dal Parlamento europeo. Un nuovo passo, certamente non l’ultimo, per mettere in cassaforte i nomi più rinomati ed imitati, per vedere veder riconosciuta e tutelate le loro unicità e la loro autenticità».
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