Salcuni: «se non arrivano entro fine fanno aziende a rischio chiusura. L’assenza del “Pon” pesa sul sistema zootecnico nazionale»
Il presidente dell’Associazione italiana allevatori (AIA) Pietro Salcuni elenca le sfide del futuro per la zootecnia, dalla genomica alla valorizzazione della biodiversità e delle grandi Dop lattiero casearie “Made in Italy”: «l’assenza del Pon (Piano operativo nazionale) sul quale il ministero delle Politiche agricole non ha ancora deciso, sta pesando su tutto il sistema allevatoriale. Speriamo che veda la luce quanto prima, perché con i finanziamenti che abbiamo avuto fino ad ora non riusciamo ad arrivare a fine anno».
Il comparto dell’allevamento italiano, causa anche lo scenario congiunturale ancora negativo, è in grande difficoltà. Nel secondo trimestre 2015 il valore aggiunto dell’agricoltura è diminuito dell’1,1% su base congiunturale, anche se ha registrato un aumento dell’1,7% in termini tendenziali. La flessione però dei prezzi delle principali produzioni zootecniche (latte, suini, carne bovina) si fa sentire sulle casse degli allevatori. «La sfida dell’Aia – dichiara Salcuni – è mettere in rete tutti i dati relativi alla genomica, in modo che le stalle producano di più a minor costo, grazie a un programma di selezione che indirizzi gli allevatori verso i punti di forza della zootecnia da latte “Made in Italy”: la biodiversità e l’attitudine nella trasformazione in formaggio, a partire dalle nostre grandi Dop».
L’obiettivo comunque da raggiungere, secondo il numero uno di Aia, è «l’identificazione del prodotto, importante tanto quanto le risorse necessarie al sistema allevatoriale italiano». Secondo Salcuni «un’etichettatura chiara e trasparente consente al consumatore di scegliere che cosa mangiare e, soprattutto, come produttori e come cittadini eviteremmo l’ingresso di tutti quegli alimenti che abbiamo visto pochi giorni fa nel presidio del Brennero e che danneggiano in modo particolare la zootecnia».
La prossima edizione di Fieragricola (la 112a) in programma a Verona assicurerà grande attenzione alla zootecnia e alla biodiversità, elemento distintivo della molteplicità di razze da reddito che costituiscono l’ossatura dell’agricoltura italiana. «Forti di questa varietà – precisa Salcuni – abbiamo colmato il gap con la genetica del Nord America, focalizzando la ricerca sulle caratteristiche dell’allevamento e delle produzioni italiane, rinomate e apprezzate in tutto il mondo. Proseguiremo sulla strada della ricerca, in collaborazione con le Università».