L’Italia è un paese sempre più basato sull’alea, sulla riffa di Stato, dove a fronte di un aumento del 18% della tariffasulle revisioni auto obbligatorie ogni 2 anni (dopo 4 anni dalla prima immatricolazione) che ha comportato una tariffa“stramba” non arrotondata di ben 79,02 euro, ha lanciato pure una grande gara con in palio 4 milioni di euro per stornare la bellezza di 9,95 euro ai primi 400.000 automobilisti circa che per primi presenteranno apposita domanda, ovviamente previa l’iscrizione in un apposito portale con tanto di identità digitale Spid.
Che le tariffe per la revisione auto presso le officine convenzionate fossero ormai insufficienti per effettuare seriamente ed in modo dettagliato il controllo era una richiesta che dal settore si era avanzata già da anni al ministero. Ma di qui ad autorizzare una tariffa “sballata” con tanto di 2 centesimi di decimale è forse troppo. Sarebbe stato meglio arrotondare il tutto a 80 euro, semplificando conti e contabilità.
Ma quello che fa incazzare è l’importo dell’aumento con l’ennesima promessa di vincere uno sconto di ben 9,95 euro sulla tariffa di revisioni auto chiamato pomposamente “Buono veicoli sicuri” con un fondo di 4 milioni. Fondo che consentirà di soddisfarele domande dei primi circa 400.000 automobilisti, mentre per tutti gli altri ci sarà la solita pacca sulla spalla.
Un bonus che è tutt’altro che semplice da conquistare, sempre ammesso che ci si riesca: per accedervi laprocedura è piuttosto articolata e complessa: l’automobilista che ha effettuato la revisione, regolarmente pagata, deve iscriversi in un apposito portale con la propria identità digitale Spid, indicare la targa del veicolo revisionatoe i proprio Iban bancario e incrociare le dita di mani, piedi e, per i maschietti, pure quei due preziosi accessoripendenti che iniziano a ruotare di brutto.
Sarebbe bello sapere chi è quella fervida mente che idea queste soluzioni di alto spessore e di elevato impatto sociale. Più che decidere l’aumento e poi indorare la pillola amara con l’ennesima riffa, sarebbe stato più logico esemplice accontentarsi di un aumento più basso del 18% applicato (+12,14 euro). Ma dalle parti di Roma la madredella burocrazia più strampalata e improduttiva è incinta senza soluzione di continuità con parti sempre troppo ravvicinati.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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