Requiem per l’Autonomia: il programma politico del centro destra non la prevede

L’Autonomia posposta alla perequazione per le regioni che arrancano: di fatto quelle del Nord rimarranno attaccate al giogo meridionale. 

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L’anima più autentica della Lega fu Nord in queste ore sta ribollendo nel vedere come il programma del centro destra in tema di maggiore autonomia sia improntato ad un fortissimo meridionalismo cavalcato, oltre che da Fratelli d’Italia, anche da Forza Italia, con Silvio Berlusconi che si dice orgoglioso di avere guidato un governo che ha fatto tantissimi provvedimenti a favore del Sud, sottolineando come la maggiore Autonomia, che sulla carta c’è ancora, sarà vincolata alla perequazione a favore delle regioni meno avanzate del Paese. Di fatto, un requiem per la maggiore Autonomia.

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Non c’è che dire: chi sperava che a cinque anni dai referendum di Lombardia e Veneto fosse la volta buona dopo una legislatura inconcludente che ha continuato a mungere le regioni del Nord Italia a favore del solito assistenzialismo meridionalista è destinato a ricredersi, tanto più che il programma del centrodestra è condiviso pure da quella forza politica che, a parole, dovrebbe essere la paladina degli interessi del cuore produttivo del Paese. Ma Matteo Salvini, nei fatti, questa legislatura ha ampiamente dimostrato che a lui l’Autonomia non frega nulla, ricordandosi di tirarla fuori dai cassetti solo sotto elezioni per blandire qualche elettore ormai ampiamente deluso dal nuovo corso salviniano della Lega.

Non ci si stupisce delle uscite pubbliche che ormai i maggiorenti della Lega sul territorio fanno, criticando sempre più apertamente la linea politica del Capitano, con i governatori che hanno restituito al mittente la proposta di Salvini di candidare alle politiche come capolista nel proporzionale, salvo dimettersi, per dare alla Lega salviniana sempre più in crisi di consensi un po’ di cipria per coprire le crepe sempre più grandi che si aprono giorno dopo giorno. Soprattutto se i peggiori timori dei vertici della Lega veneta si materializzeranno nel clamoroso sorpasso dei meloniani ai danni dei leghisti, come è già in parte avvenuto nelle recenti amministrative.

Poi, a mettere benzina sul fuoco arriva pure un sondaggio riservato interno al centro destra che fa strame delle ambizioni di Salvini ad ergersi a premier: quello che al Parlamento del Nord di Chignolo Po lottava in rappresentanza dei Comunisti Padani dovrà accontentarsi di baloccare con paletta e secchiello al Papeete di Milano Marittima, magari consolandosi con qualche mojito. Di fatto, secondo indiscrezioni, Fratelli d’Italia parrebbe lanciata oltre quota 30% ai danni soprattutto di Lega Salvini premier, quotata nella forchetta 8-10%, con Forza Italia attorno 5-7%. Di fatto, Giorgia Meloni si sta trasformando in una calamita di consensi e, comunque vadano le elezioni, che il centro destra vinca o perda, solo e comunque la Meloni potrà a buon titolo dirsi vincitrice.

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