Ha suscitato le proteste degli esercenti dei pubblici esercizi e di numerosi commercianti l’invio da parte dei comuni delle cartelle della Tari, la tassa dei rifiuti urbani. Tassa piena, anzi, spesso pure rincarata rispetto all’anno scorso (raddoppiata nell’arco di 10 anni) a fronte di esercizi chiusi per almeno 7-8 mesi nel 2020 e, per giunta, con una produzione media in continuo calo man mano cresce la raccolta differenziata e il riciclaggio.
Per “Lo Schiacciasassi” le Partite Iva sono vittime dell’ennesimo sopruso della burocrazia e dei burocrati a stipendio fisso, oltre che della politica. Cosa ci voleva per sospendere, meglio, per annullare almeno la prima rata del tributo Tari, sia per la mancata produzione di rifiuti, sia per la situazione economica degli esercizi interessati? Sarebbe bello saperlo.
Di più: non si capisce il motivo di molti rincari dalla tassa, specie in presenza della riduzione media della produzione dei rifiuti che, a rigor di logica, dovrebbe comportare anche minori costi di smaltimento.
C’è da rimanere esterrefatti, per non dire altro…
Buona visione!
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