Lo strabismo dei sindacati italiani, unito anche ad una buona dose di doppia morale, è cosa purtroppo nota: il principio di equità vale solo per i propri tesserati – e, spesso, nemmeno per quelli – mentre per tutti gli altri cittadini chissenefrega! Classico esempio è la disputa su dove fare calare gli 8 miliardi al momento disponibili – si spera che crescano rapidamente tagliando sprechi e spese improduttive ad iniziare dal reddito di cittadinanza – per il taglio delle tasse che per i sindacati deve “bagnare” solo i lavoratori dipendenti e i pensionati. Per gli altri, ciccia.
Dalle varie platee di piazza o mediatiche, il leader della Cgil, Maurizio Landini, tuona a palle incatenate sugli interventi solo a favore di chi è già garantito. Il fatto che le statistiche abbiano appurato che nei primi mesi del 2021 ben 375.000 Partite Iva siano cessate per gli effetti nefasti della crisi economica unite a decisioni a dir poco sconclusionate fatte dal governo BisConte che ha azzoppato interi settori dell’economia nazionale non conta.
Non solo: i sindacati si dimenticano dei tanti, troppi lavoratori precari, quelle migliaia di false Partite Iva che di fatto sono solo lavoratori dipendenti sottopagati e sfruttati, che avrebbero ben diritto a maggiore attenzione proprio da parte di quei sindacati che, a parole, propugnano la solidarietà e l’equità.
E poi, anche i sindacati dovrebbero iniziare a vedere le travi conficcate nei loro occhi, cosa di cui paiono non accorgersi. Che dire di quell’acquisto/noleggio di due lussuose berline Audi A6 da parte della Cgil quando le tergadei vertici sindacali avrebbero ben potuto accontentarsi di auto di livello inferiore? Perché, poi, Landini, da ex segretario dei metalmeccanici della Fiom, non ha preferito un prodotto sfornato dai suoi ex compagni di lotta e di fabbrica? Un’Alfa Romeo o, ancora meglio, una Fiat non era sufficiente allo scarrozzamento tra le piazze italiane?
Se il mondo sindacale vuole essere credibile e tornare a fare tessere tra chi lavora e non tra chi dal mondo del lavoro è uscito, eviti di fare odiose differenziazioni tra chi lavora e contribuisca a tutelare chi oggi è strutturalmente privo di quasi tutte le tutele garantite a chi è lavoratore dipendente. Il lavoro dovrebbe essere uguale e tutelato a prescindere da quello che si fa. Sempre lavoro è, anche se senza indennità di malattia, ferie pagate e posto garantito.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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