Lavoro autonomo: la drammatica ritirata dai servizi alle professioni

Tra le categorie scatta l’allarme rosso. Bond: «agire subito per arginare il calo del lavoro autonomo». 

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Leggere i dati diffusi dall’Istat circa lo stato del lavoro autonomo in Italia fa venire i brividi, in quanto per la prima volta questo comparto è sceso sottola soglia dei 5 milioni di attivi (4.944.000 per la precisione), con una perdita di oltre 62.000 unità su base annua.

Guide turistiche, ristoratori, organizzatori di eventi e fiere, istruttori di palestra, commercianti, agricoltori. La pandemia, prima, e la digitalizzazione forzata, poi, hanno profondamente trasformato, se non azzerato, migliaia di lavori. Senza risparmiare i professionisti, avvocati, commercialisti, notai che scontano un evidente calo dei praticanti.

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Tra le categorie del lavoro autonomo è già scattato l’allarme rosso: gli artigiani lamentano la perdita di 300.000 partite Iva. Confcommercio si ferma, si fa per dire, a circa 200.000 titolari in meno. Colpito pure il settore primario, con l’agricoltura che perde circa 10.000 coltivatori.

Non va meglio nel campo delle professioni, ordinistiche e non. Da Confprofessioni si registra sia un calo degli attivi che, soprattutto, un crollo della reddittività dei professionisti che interessa circa 1,5 milioni di persone, con i giovani usciti dalle università che ormai puntano solo al lavorodipendente sfuggendo al richiamo della professione per i costi d’avvio e, soprattutto, per le magre prospettive di guadagno.

Per il deputato di Forza Italia, Dario Bond, la conclusione è drammatica: «il lavoro autonomo, quello delle migliaia di commercianti, artigiani, Partite Iva e professionisti durante la crisi pandemica del 2020 (e anche nei primi mesi del 2021) è stato praticamente abbandonato a sé stesso dalle politiche del governo, che ha avuto occhi, orecchie e cuore solo per i lavoratori dipendenti (soprattutto pubblici) e per i nullafacenti del reddito di cittadinanza. Per tutti gli autonomi ci sono state solo le briciole, poche manciate di euro quando all’estero ci si è comportati in modo diametralmente differente».

L’esponente azzurro fa rotta sul reddito di cittadinanza e i suoi effetti nefasti sul mondo del lavoro: «non è più rinviabile una profonda riforma (ma meglio sarebbe parlare di abrogazione) del reddito di cittadinanza, provvedimento che assorbe ogni anno 9 miliardi di euro senza alcuna capacità di avviare al lavoro i disoccupati, anzi, contribuendo a drenare forza lavoro dal mercato ufficiale incrementando il lavoro in nero, per non dire dei tanti, troppi casi di truffe ad esso collegati. Fa specie che da parte di tante, troppe forze politiche si levi la difesa ad oltranza verso i nullafacenti, mentre nulla si dica e si faccia verso il mondo del lavoro autonomo, che paga solitariamente colpe non proprie, come le numerose chiusure e limitazioni allo svolgimento delle attività».

«Se l’Italia è un Paese costituzionale, dove tutti i cittadini sono uguali, allora il governo Draghi deve rimediare agli errori del recente passato già nella manovra finanziaria 2022 – conclude Bond -, stabilendo erogazioni a fondo perduto e mutui decennali a tasso zero a favore del lavoro autonomoper aiutarlo a risollevarsi e a dare il suo fondamentale contributo alla crescita del Paese, specie per le conoscenze e capacità professionali di cui esso è portatore».

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.lavoro autonomo

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