Incentivi acquisto auto, pronta la nuova tornata di sostegni

Il 1° aprile, salvo modifiche, dovrebbe decollare la nuova campagna. Sforbiciata ai tetti degli incentivi e al prezzo massimo delle auto sovvenzionabili.

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Incentivi acquisto auto

Incentivi acquisto auto, si riparte, forse: dal 1° aprile, stando alle indiscrezioni, dovrebbe essere attivo il nuovo fondo da 700 milioni destinato all’acquisto di auto nuove da parte dei privati predisposto dal ministero dello Sviluppo economico, con alcune interessanti novità, seppure parziali per un reale sostegno duraturo al settore automotive, fondamentale per l’economia nazionale e per il volano della ricerca tecnologica di frontiera.

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Di fatto, il nuovo piano di incentivi acquisto auto mantiene le tre soglie precedenti, con una revisione al ribasso degli incentivi concessi. Quelli della prima fascia, relativa alle emissioni da 0 a 20 g/km/CO2, relativo alle auto elettriche, prevede il taglio da 10.000 a 6.000 euro l’incentivo per l’acquisto di un veicolo nuovo a fronte della rottamazione di uno posseduto da almeno 12 mesi appartenente ad una classe inferiore ad Euro 6. L’incentivo scende a 4.000 euro senza rottamazione. Per entrambe, i veicoli incentivabili hanno un costo massimo di 35.000 euro (al posto dei 50.000 precedenti) oltre all’Iva, scombussolando non poco le strategie commerciali dei produttori, che hanno la gran parte dei modelli medi piazzati ben oltre tale soglia di costo.

La seconda fascia, quella da 21 a 60 g/km/CO2, relativa ai veicoli ibridi a batteria, prevede un contributo di 4.000 euro a fronte della rottamazione, che si riducono a 2.000 senza rottamazione. Il tetto del prezzo all’acquisto è di 45.000 euro, oltre all’Iva.

Infine, la terza fascia, quella relativa ai veicoli con motore tradizionale o anche ibrido con emissioni da 61 a 135 g/km/CO2, prevede un incentivo di 2.000 euro a fronte solo della rottamazione con un prezzo massimo del veicolo a 35.000 euro, oltre all’Iva.

Come si può vedere, il nuovo piano di incentivi acquisto auto punta ancora una volta a sostenere l’auto elettrica quando questa ha ancora fortissimi problemi di gestione quotidiana, vuoi per la ridotta rete di ricarica ad alta capacità, vuoi per i costi ancora molto elevati, vuoi per un elevato rischio di svalutazione non appena arriveranno sul mercato le nuove tecnologie di batterie attese a partire dal 2025.Per non dire delle tariffe elettriche di ricarica, esplose anch’esse.

Di più: non si capisce perché al Mise insistano nel sovvenzionare l’acquisto di auto ibride quando è ormai acclarato che queste sono più inquinanti di una normale auto termica non ibrida e che risultanovirtuose” in modo truffaldino solo grazie alle generose norme di omologazione, che misurano le emissioni entro una percorrenza di circa 60 km, guarda caso quella assicurata dalla capacità della piccola batteria, consentendo la certificazione di consumi irrisori di uno o due litri di carburante ogni 100 km, dopo di che vanno come e peggio di una tradizionale a batteria scarica perché a bordo c’è una zavorra di circa 150 kg, pari al peso di due passeggeri. Sarebbe interessante capire se, a questo proposito, sono stupidi gli svizzeri che hanno sospeso l’incentivazione a questo genere di veicoli, o se sono stupidi i politici italiani che continuano a sprecare soldi in una battaglia ambientalista falsata.

Ancora una volta penalizzate escono le auto acquistate dalle famiglie che magari superano di poco la fatidica soglia dei 135 g/km/CO2 perché, magari, si ha bisogno di una monovolume o di un’auto a sette posti per trasportare la famiglia allargata ai nonni anche se il prezzo sta sotto i 35.000 euro. Un altro esempio di cattivo servizio ai cittadini e ad un settore strategico dell’economia nazionale.

Buona visione.

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