In Cina scoppia l’ennesima bolla

Ora tocca al settore immobiliare, con l’insolvenza di Evergrande e la crisi di Fantasia. Allarme anche per il forte drenaggio di materie prime strategiche ed energetiche. 

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Sugli schermi dei principali protagonisti dell’economia globale alla voce Cina lampeggia l’allarme rosso circa le fortissime tensioni in corso sul mercato immobiliare, con colossi del mattone rosso praticamente falliti, tenuti a galla solo a fortissime iniezioni di denaro fresco da parte della banca di stato della Cina.

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Un segnale, quello della nuova bolla immobiliare in procinto di scoppiare, che va ad aggiungersi agli altri già scattati: da quello relativo alla gestione della pandemia da Covid-19, al fortissimo drenaggio di materie prime strategiche ed energetiche con il risultato di fare crescere in modo deciso i corsi internazionali di questi prodotti. Uno scenario legato a doppio filo alle tensioni geopolitiche, dove la Cina punta a rafforzare la propria posizione di leader globale nei settori dell’energia rinnovabile (produce il 96% dei pannelli fotovoltaici globali) e dell’accumulo (leader incontrastato delle batterie, complice anche il controllo delle terre rare indispensabili per produrle).

La forte ripresa economica verificatesi dopo la pandemia da Covid ha fatto sì che sia cresciuta all’inverosimile la domanda di energia, con il risultato, sul fronte interno, di carenze di forniture e l’insorgenza di numerosi fenomeni di interruzione dell’energia, costringendo le imprese a lavorare di notte quando c’è meno domanda, parallelo al forte ritorno alla domanda di carbone da bruciare nelle centrali termoelettriche che erano state spente per fronteggiare il fortissimo inquinamento ambientale che permea molte zone fortemente industrializzate, con il governo che ha dato ordine di acquistare sui mercati internazionali gas naturale liquido a qualunque prezzo.

In Europa le conseguenze non sono tardate ad arrivare, con carenza di fornitura di materie prime e di trasformati, a partire dai semiconduttori, che stanno rallentando o bloccando intere catene di fornitura, ad iniziare da quella dei veicoli di ogni tipo. Forti conseguenze pure sul prezzo dell’energia, con quella del gas metano ai massimi storici, che si è riflessa sulle bollette di tutti con aumenti medi – al netto degli interventi di calmierazione pubblici – di almeno il 40%. E la stagione invernale, con il picco dei consumi, è appena agli inizi.

Ce n’è abbastanza per stare sul chi vive, cosa che le famiglie italiane hanno già iniziato a fare accumulando risparmi per quasi 5.000 miliardi di euro, altro record storico che indica come la fiducia verso la ripresa e il futuro vada progressivamente scemando.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.cina

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