Il ministro alla sanità Roberto Speranza allontana, scusate il gioco di parole, la speranza di vedere ridotto il coprifuoco già a partire dalla settimana prossima, visto che lui punta a mantenere la ghigliottina delle chiusure generalizzate alle ore 22.00 almeno fino al prossimo 24 maggio.
“Lo Schiacciasassi” si è già occupato di questo tema nel corso di una precedente puntata. Ora, la situazione è decisamente migliorata dal punto di vista epidemoiologico, man mano che la vaccinazione prosegue, ma di alleggerire il coprifuoco, magari allargandolo progressivamente, prima portandolo alle ore 23.00, poi alle 24.00 per poi abrogarlo completamente proprio non se ne parla. Speranza è irremovibile nel togliere ogni speranza agli operatori economici di potere lavorare liberamente.
Intanto, Coldiretti ha fatto i conti sul sistema della ristorazione nazionale che, da un orario ridotto di apertura degli esercizi causa coprifuoco, perdono qualcosa come 3,5 miliardi di euro al mese, con perdite che si riflettono lungo tutta la catena della fornitura degli alimentari e dei servizi connessi.
E che dire del fatto che dal 3 novembre 2020 continua il divieto di apertura dei centri commerciali nei fine settimana e nel giorno immediatamente precedente? Anche qui, da oltre sei mesi sta saltando almeno il 50% del fatturato, visto che è proprio nei giorni di sabato e domenica che la gente effettua gli acquisti.
In questo contesto, non è un mistero che il debito pubblico italiano, già alle stelle, stia diventando galatticocon lo sfondamento di quota 3.000 miliardi atteso per il 2024, raggiungendo quasi un rapporto di 1:2 con il Pil inchiodato attorno a 1.600 miliardi di euro e con una tendenza alla crescita limitata a qualche misera unità percentuale nonostante l’iniezione del debito europeo del Pnrr.
Insomma, gli italiani e le Partite Iva hanno davvero poca speranza che le cose cambino in meglio, almeno nel breve termine.
Intanto, ecco come la matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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