Dal 20 al 31 agosto 2021 scattano ben 163 diverse scadenze fiscali tributari

Finita la pausa ferragostana, il fisco torna a pieno regime. Pronte al decollo anche 60milioni di cartelle esattoriale congelate a marzo 2020. 

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Dopo la pausa ferragostana, il fisco torna al lavoro a pieno regime con ben 163 diverse scadenze tra il 20 e il 31 agosto 2021: davvero troppo!

Il sistema fiscale e tributario italiano è diventato un coacervo inestricabile per tutti, imprenditori, professionisti, commercialisti e fiscalisti: ormai non si può più ritardare una parte della riforma fiscale, almeno quella relativa alla semplificazione che è a costo zero per le casse dello Stato, ma che potrebbe trasformarsi in un guadagno sonante sia per le imprese che per gli esattori liberando ore di lavoro e figure professionali oggi impegnate in miriadi di adempimenti e scadenze che con la digitalizzazione dei vari provvedimenti ha reso di fatto superata. Già sfoltendo da 163 scadenze a una ventina o poco più sarebbe una rivoluzione copernicana a vantaggio di tutti, anche per la certezza del diritto, dove un errore è sempre in agguato con annessa cartella esattoriale.

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In questi giorni il ministro al Lavoro, Andrea Orlando, sta riflettendo sulle more da fare scattare a carico delle multinazionali che licenziano repentinamente in Italia per produrre in qualche altro paese più conveniente sotto il profilo del costo del lavoro e del carico fiscale. Invece di studiare provvedimenti che scimmiottano la riparazione della staccionata quando gli armenti sono già fuggiti, Orlando (e con lui il ministro alle Finanze, Daniele Franco) farebbe bene a studiare provvedimenti per attrarre le imprese e gli investimenti dall’estero, considerato che l’Italia è nelle posizioni di bassa classifica dell’attrattività dall’estero.

In questo contesto, oltre a stabilire incentivi chiari e di facile accesso, con i relativi bilanciamenti in caso di mancato rispetto dei patti sottoscritti, bisognerebbe rendere il Paese un luogo ideale dove investire e produrre, assicurando una burocrazia semplice e snella, “amica” degli imprenditori (non è fantascienza: all’estero già esiste da tempo immemore con soddisfazione di tutti), un sistema giudiziario efficiente in grado di dirimere contenziosi in tempi rapidi e certi, un sistema complessivo di tassazione in linea con la migliore concorrenza internazionale: se anche in Europa ci sono stati che si arrogano il diritto di fare i comodi loro in campo fiscale (ad iniziare da Olanda e Lussemburgo), non si abbia remore a seguire il loro esempio, anche per stimolare la stessa Unione Europea a prendere in mano dossier più scottanti e concreti della lotta climatica, volti a riequilibrare ed armonizzare il sistema fiscale comunitario.

Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.scadenze

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