Per evitare il fallimento delle città in crisi arrivano con la Finanziaria 2022 nuovi aiuti dallo Stato varando un fondo da 2,67 miliardi erogato in quote di 21 anni che coinvolgerà anche i contribuenti e i fornitori dei comuni: ai primi l’addizionale Irpef potrà crescere senza limiti oltre l’attuale tetto dell’8 per mille; per i creditori, dopo essere stati mazziati dai ritardati pagamenti che in molti casi hanno portato in crisi i fornitori, saranno pure cornuti con l’obbligo di uno sconto sul dovuto che varierà dal 20% al 60%, a seconda dell’anzianità del credito.
Il nuovo aiuto statale arriva dopo i 150 milioni di euro appena assegnati con il Dl fiscale e riguarda i comuni capoluogo delle città metropolitane di Napoli, Torino, Palermo e Reggio Calabria, realtà dove il deficit 2020 supera la soglia esorbitante dei 700 euro ad abitante.
A Napoli il deficit di bilancio è di 2,47 miliardi, Torino si attesta a 888 milioni, Palermo a 632 milioni, Reggio Calabria a 339 milioni. “Anomala” la situazione di Roma dove il deficit assoluto è decisamente elevato, pari a 507 milioni di euro, ma il suo valore di debito per cittadino non supera i 180,5 euro, ben sotto la soglia di 700 euro, contro i 2.599 euro di Napoli, i 1.938,4 di Reggio Calabria, i 1.035,5 di Torino e i 960,8 di Palermo.
Secondo una prima stima della ripartizione tra le città in crisi, a Napoli andranno circa 1,3 miliardi di euro, mentre cifre decisamente inferiori saranno appannaggio delle altre tre realtà, ma tanto basta per fare intonare le campane a festa dei nuovi amministratori delle città, tutti del centro sinistra che vedono la situazione delle loro amministrazioni un po’ meno tetra.
Oltre all’aumento dell’addizionale Irpef, potrebbero esserci altre gabelle, come quelle legate alla tassa d’imbarcoagli aeroporti (Roma docet) o ai porti. Ma senza una drastica riqualificazione dell’azione delle amministrazioni localinulla si può, ad iniziare da quella di Napoli uscita ulteriormente disastrata dopo 10 anni dell’azione del sindaco Luigi De Magistris, capace di recuperare solo il 25% delle multe e delle tariffe locali, con un recupero degli arretratiinchiodato attorno all’1%. Se non è una licenza ad evadere i doveri di ogni cittadino, poco ci manca e il rischio è che siano ancora una volta gli onesti a pagare per tutti i disonesti o “furbi”.
Una situazione criticata dal deputato di Forza Italia, Dario Bond: «nel maxi emendamento finale alla Finanziaria 2022 c’è l’ennesimo regalo alle amministrazioni locali sprecone, quelle che spendono e spandono infischiandosene della corretta amministrazione e del rispetto dei vincoli di bilancio, tanto poi alla fine pagano tutti gli italiani. Per la serie, più debiti hai fatto, più soldi ricevi dal governo centrale, quando sarebbe logico (e doveroso) proprio il contrario».
Bond “punta” Napoli: «in prima fila nella nuova pioggia di denaro pubblico delle città in crisi c’è la Napoli reduce da due mandati del sindaco “arancione” Luigi De Magistris, che ha dato il suo particolare contributo al dissesto storico delle finanze partenopee. A lanciare il salvagente finanziario in prima fila il M5S, che torna nel collegio di Luigi Di Maio & C. con un assegno di ben 1,3 miliardi di euro, con dichiarazioni di giubilo da parte del nuovo sindaco Dem (ed ex ministro all’Università), Gaetano Manfredi».
Anche per Bond è doveroso cambiare registro: «sarà un bel giorno quando il governo centrale, invece di premiare a piè di lista sprechi e mala gestione, gratificherà tutti quegli amministratori che sono riusciti a chiudere in attivo i loro bilanci e che, magari, hanno pure avviato nuovi investimenti. Sarebbe il segnale, giusto e doveroso, che il Paese ha ripreso a girare per il verso giusto dando il buon esempio». Difficile dargli torto.
Ecco come la graffiante matita di Domenico La Cava interpreta la situazione.
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