Avanti Draghi: dopo il “cashback” tocca agli incentivi per l’auto elettrica

Non hanno ragione di essere contributi statali da 8.000 euro (che crescono fino a 18.000 con l’intervento dei concessionari e di alcune regioni) per sostenere un consumo di nicchia, di lusso e assolutamente non ecologico. 

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auto elettrica

Avanti Draghi: dopo il “cashback” a finire sotto la scure della razionalizzazione della spesa pubblica c’è un’altra grillinata: i fortissimi contributi pubblici per l’acquisto dell’auto elettrica.

Il mondo onirico a 5 stelle ha spinto fortissimamente sulla diffusione dell’auto elettrica nel presupposto che contribuisse alla diminuzione dell’inquinamento, salvo incentivare un prodotto che ecologico non è (anzi, è più inquinante di una moderna auto con motore Diesel Euro 6 pieno), che al netto dei contributi pubblici (con rottamazione di un vecchio veicolo, fino a 8.000 euro da parte dello Stato, 2.000 euro da parte del concessionario e contributi variabili da parte delle regioni, cumulabili con gli altri due, fino a 8.000 euro come nel caso della Lombardia) continua a costare ben di più di una similare auto con motorizzazione termica, ad avere un costo di gestione superiore per le tariffe non convenzionate delle ricariche ai punti pubblici ad altapotenza e a porre non trascurabili problemi in fatto di costi di riparazione nel malaugurato caso di incappare in un incidente per propria responsabilità che fanno attivare gli airbag, perché ciò comporta automaticamente la messa in sicurezza della batteria che va sostituita con una spesa decisamente elevata.

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Di fatto, fin tanto che non arrivano le batterie di nuova generazione (attese entro i prossimi tre-quattro anni) e i punti di ricarica pubblici sono sufficientemente diffusi, chi acquista un’auto elettrica spinto dall’illusionedei contributi pubblici e dalla pubblicità martellante lo fa a proprio rischio, esponendosi a costi d’uso maggiori, difficoltà di ricarica e di utilizzo del veicolo causa un’autonomia mediamente ridotta a 350 kmnell’impiego comune che non sia quello dei sofisticati cicli di omologazione.

Secondo “Lo Schiacciasassi” è necessario che il governo Draghi volti pagina, così come ha fatto con il “cashback” anche sui contributi all’acquisto dei veicoli a basso impatto ambientale, ponendo un rimedio tardivo all’ennesimo spreco in salsa grillina.

La soluzione può passare attraverso l’erogazione di un contributo unico, identico per tutti i veicoli astandard Euro 6 pieno, di 3.000 euro, senza limiti di emissione (oggi il tetto massimo di 135 g/km/CO2penalizza le auto per le famiglie anche di medio prezzo, con in più il fatto che basta scegliere qualche accessorio come l’ormai climatizzatore di serie su quasi tutte le auto, il cambio automatico o cerchi ruota di sezione maggiorata per fare salire le emissioni). Di più: secondoLo Schiacciasassi” è necessario che il governo intervenga per limitare l’inquinamento dei veicoli già circolanti (oltre 35 milioni, dei quali almeno 11 milionisono Euro 4 ed inferiori) favorendo la diffusione di carburanti a basso impatto ambientale, ad iniziare da biodiesel, gpl e gas metano, anche accompagnando la riconversione a gas dei veicoli più vecchi per coloro che non hanno sufficienti risorse per cambiare veicolo.

Da questo scenario se ne ricava un intervento più omogeneo, possibilmente strutturale (gli incentivi per l’auto tradizionale dei primi mesi del 2021 si sono praticamente ripagati grazie al gettito Iva, alle tasse sul fatturato delle vendite e sui minori oneri della cassa integrazione), effettivamente rivolto alla mitigazione ambientale, tema quest’ultimo che vede la mobilità su strada solo come piccolo contribuente, essendo i responsabili dell’inquinamento il riscaldamento domestico, l’industria e la produzione di energia di fonte termoelettrica.

Senza trascurare il fatto che l’intera Europa è responsabile solo del 9% delle emissioni globali di anidride carbonica: anche qui è necessario interrogarsi circa l’esigenza di spingere ulteriormente l’efficienza energetica europea – già a buoni livelli – quando altre realtà – ad iniziare da Cina e India: oltre 2,5 miliardi di persone – continuano ad inquinare senza limiti.

Ecco come la matita graffiante di Domenico La Cava interpreta la situazione.auto elettrica

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