L’ormai famosa transizione ecologica delineata dalla Commissione europea attraverso il piano “Fit for 55” inizia a fare vedere tutte le sue pesanti conseguenze sull’economia e la società europea dove, per azzerare entro il 2035l’impatto delle emissioni climalteranti (pari a solo l’8% delle emissioni globali), si rischia la perdita di milioni di posti di lavoro, di miliardi di fatturato e la crescita a dismisura del ricorso ai sostegni sociali, ad iniziare dalla filiera dell’automotive.
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Per approfondire le conseguenze sul settore dell’automotive derivanti dal piano europeo, “Focus” di “ViViItalia Tv” condotto dall’esperto di comunicazione e analisi politica, Gianfranco Merlin, e dal direttore de “il NordEst Quotidiano”, Stefano Elena, intervistano l’ing. Paolo Scudieri, presidente di Anfia, la filiera automobilistica italiana, e del gruppo Adler, una realtà di internazionale con 64 stabilimenti in 23 Paesi.
Con Scudieri il punto del piano sulla mobilità europea che punta drasticamente sull’elettrificazione di auto e mezzi pesanti, mettendo fuori legge a scadenze ravvicinate i propulsori endotermici (benzina, diesel, gas) in modo acritico e del tutto ingiustificato, perché l’impatto ambientale dell’auto elettrica non è affatto trascurabile, specie nell’attuale mix energetico continentale, dove oltre la metà dell’energia prodotta è di fonte termoelettrica e, di questa, molto spesso da carbone e lignite. Di fatto, oltre a spostare l’inquinamento dalla strada alle centrali di produzionedell’energia e alle fabbriche di produzione delle batterie, si finisce solo per penalizzare la filiera europea, che si prepara ad espellere centinaia di migliaia di lavoratori (70.000 solo in Italia), cancellare oltre 80 anni di ricerca, sviluppo ed efficientamento dei propulsori termici che nell’ultima versione Euro 6 hanno un impatto ambientale trascurabile, talvolta anche strumentalmente non misurabile, oltre ad un’efficienza complessiva migliore della mobilità elettrica. Che può essere ulteriormente migliorata con il ricorso ai nuovi carburanti a basso contenuto di carbonio, altra novità della ricerca europea.
L’intervista con il presidente di Anfia Scudieri termina con un inevitabile passaggio sulla Finanziaria 2022, che riserva al programma di sostegno e rilancio del settore automotive italiano solo 50 milioni, nonostante il settore nel 2021abbia incassato un’altra pesantissima crisi con il crollo delle vendite di auto nuove, per non dire della trentennale questione dell’auto aziendale che in Italia si continua a considerare un bene di lusso da tartassare invece che un bene produttivo come accade in tutti gli altri paesi europei.
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