Lo studio legale Ponti & Partners ha ottenuto dalla Corte Costituzionale una sentenza favorevole in merito all’ammissibilità della costruzione di impianti per l’energia idroelettrica negli argini dei corsi d’acqua.
La questione era stata sollevata dal Tribunale Superiore delle Acque pubbliche su ricorso proposto dal Comune di Castions di Strada (UD), che aveva richiesto alla Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia di poter realizzare una centralina idroelettrica in un corso d’acque nel proprio territorio vedendosi opposto un diniego, motivato appunto dal divieto assoluto presente nella legislazione regionale.
Con la sentenza n. 148/2019 depositata lo scorso 19 giugno e in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, la Corte Costituzionale ha dichiarato la incostituzionalità dell’art. 18, comma 3, della legge regionale FVG 29 aprile 2015, n. 11 (Disciplina organica in materia di difesa del suolo e di utilizzazione delle acque), nella parte in cui non consente la costruzione, all’interno della struttura degli argini dei corsi d’acqua, di manufatti per la realizzazione di impianti di produzione di energia idroelettrica compatibili con le esigenze di prevenzione dei rischi idrogeologici.
Ponti & Partners, con il partner Luca De Pauli, ha patrocinato l’Ente discutendo in Corte Costituzionale, la quale, dando ragione alla tesi sin dall’inizio sostenuta dai ricorrenti, ha evidenziato come, in materia di energie rinnovabili, i principi fondamentali della materia richiedono all’opposto che la produzione di energia idroelettrica sia favorita e quindi con essi è incompatibile una norma regionale, quale quella censurata, che ne faccia divieto in alcuni siti ponendo una prescrizione assoluta di immodificabilità, nella specie, degli argini fluviali.
La Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia è stata assistita dall’avvocato Giandomenico Falcon.
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