Nel cuore pulsante dell’economia, dove le cifre danzano al ritmo dei mercati e le leggi tessono una rete sempre più intricata, si svolge una narrazione di innovazione e responsabilità. È la storia di come il Modello 231, un protagonista discreto ma potente, stia affrontando la sua prova più ardua: quella dei reati fiscali. Un racconto che inizia online, al seminario dei Commercialisti del Triveneto, dove menti illuminate si apprestano a condividere sapere e visioni.
Mercoledì 8 novembre 2023, un evento si distingue nell’agenda degli esperti del settore: un seminario di formazione a distanza organizzato da ADCEC Tre Venezie, intitolato “Il modello 231 alla prova dei reati fiscali: valido strumento di compliance”. Come un faro nella nebbia della complessità normativa, promette di gettare luce sui sentieri che ogni organizzazione deve percorrere per navigare nelle acque turbolente della compliance.
Raffaele D’Arienzo, dottore commercialista di Salerno, Chiara Mollace, avvocata ed esperta MOG 231, e Federico Coltro, responsabile tecnico di Alavie, guideranno i professionisti collegati in un’immersione nella compliance e nella gestione del rischio, territori dove ogni decisione può alterare il destino di un’intera organizzazione.
Il Modello 231, strumento di compliance per eccellenza, viene esaminato con una lente d’ingrandimento: i reati presupposti, con un’attenzione particolare verso quelli fiscali, diventano capitoli di un manuale che ogni partecipante impara a decifrare. Si discute di gestione per processi, di protocolli organizzativi che devono essere più fluidi di un inchiostro su carta, ma altrettanto indelebili nella prassi aziendale.
E poi c’è il codice etico, un totem morale da diffondere in ogni angolo dell’ente. La sua voce deve riecheggiare nei corridoi, nelle sale riunioni, fino a permeare l’essenza stessa dell’organizzazione. L’organismo di vigilanza, con i suoi assetti organizzativi, emerge come il custode di questo ethos, un guardiano silenzioso ma vigile.
Ma la vera rivelazione di questo incontro è il ruolo del commercialista, non più solo un custode dei numeri, ma un pilastro dell’Organismo di Vigilanza.
Infine, il whistleblowing, quel grido d’allarme nella notte che può sventare il pericolo o rivelare l’inganno, viene analizzato come un’arma di compliance, una componente vitale in un ecosistema dove la segnalazione diventa sinonimo di protezione.
Questi incontri formativi non sono solo momenti di apprendimento, ma veri e propri catalizzatori di un cambiamento culturale. L’evento del 08 novembre, organizzato in collaborazione con Alavie, non è un semplice seminario, ma una pagina di una storia più grande che parla di integrità, trasparenza e di un futuro in cui la compliance è il faro che guida la nave dell’etica aziendale attraverso le tempeste della globalizzazione.