Sale l’allerta per le infezioni da virus West Nile in Italia: i casi sono aumentati del 53% in sette giorni, toccando quota 144, ed anche il bilancio dei morti cresce, con 11 decessi da giugno.
West Nile è una patologia, che si sta diffondendo soprattutto nel Nord Italia, che il ministero della Salute monitora attentamente ma che, avvertono gli infettivologi, raramente porta a conseguenze gravi.
Secondo i dati della Sorveglianza su West Nile e Usutu virus, realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’inizio di giugno fino allo scorso 9 agosto sono stati segnalati 144 contagi, 50 in più rispetto a 7 giorni fa con un aumentodel 53%. Quattro i morti nell’ultima settimana, che portano il bilancio dall’inizio della stagione a 11 decessi: 6 in Veneto, 2 in Piemonte, 2 in Lombardia e 1 in Emilia Romagna.
Tra i 144 casi di infezioni da West Nile virus nell’uomo, 87 hanno manifestato sintomi neuro-invasivi, 33 febbre, 23 casi sono stati identificati in donatori di sangue. La sorveglianza ha inoltre confermato la presenza del virus negli animali: sono risultati positivi al virus 121 pool di zanzare catturati in Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia. Identificati anche 41 uccelli positivi e 6 focolai tra equidi. Non è stata invece rilevata alcuna positività per West Nile nelle aziende avicole.
Sono stati inoltre identificati in Friuli Venezia Giulia i primi due casi italiani di infezione umana da virus Usutu, un arbovirus simile al West Nile virus. I due pazienti sono asintomatici. Dall’inizio della sorveglianza, a inizio giugno, il virus Usutu è stato identificato anche in 58 pool di zanzare e 7 uccelli in Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Toscana, Lazio e Veneto.
La diffusione del virus è monitorata dal ministero della Salute, che ha appena emanato una nuova circolare per la “Prevenzione, sorveglianza ed interventi in risposta alla circolazione dei virus della West Nile disease e dell’Usutu”, dove si invita a mettere in atto «tutte le misure utili a limitare il rischio di ogni ulteriore trasmissione all’uomo e agli animali», a partire dal «segnalare tempestivamente tutti i casi probabili e confermati di malattia neuro-invasiva umana».
Raccomandato anche il ricorso al vaccino anti West Nile per i cavalli – che possono trasmettere il virus – che nella stagione estivo-autunnale vengono movimentati in aree in cui è in atto la circolazione virale (es. partecipazione a manifestazioni e competizioni sportive in aree infette).
Invita a fare attenzione, evitando allarmismi, l’infettivologo Roberto Cauda, dell’Università Cattolica di Roma: «l’aumento dei casi spinge a mantenere serrato il monitoraggio ed il riconoscimento precoce delle nuove infezioni e, soprattutto, indica la necessità di attuare al più presto opere di bonifica sul territorio. Tuttavia, bisogna chiarire che non stiamo parlando di una malattia grave come Covid-19. In questo caso, la prima precazione è proteggersi dalle zanzare, che sono i vettori portatori del virus».
Questa infezione, sottolinea Cauda, «è nella maggioranza dei casi benigna e asintomatica. Solo raramente, in circa lo 0,1% dei casi, presenta forme gravi, soprattutto se ci sono patologie pre-esistenti». I portatori del virus, ricorda, «sono le zanzare ma anche gli uccelli selvatici e gli equidi; l’uomo è contagiato, ma la malattia non si tramette da persona a persona».
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