Nella settimana che ha preceduto le festività natalizie, l’influenza stagionale in Veneto ha messo a letto circa 9.000 persone, portando a circa 39.000 il totale dall’inizio della sorveglianza epidemiologica (il 15 ottobre). Il tasso d’incidenza regionale ha raggiunto l’1,85 per mille abitanti, meno della metà del tasso nazionale già salito a 3,42 per mille. L’influenza, in Veneto, è quindi in ritardo rispetto al restod’Italia, il che spinge gli esperti a ipotizzare che il picco possa spostarsi in avanti, nel mese di febbraio.
Lo si evince dal II Rapporto epidemiologico della Direzione prevenzione dell’area sanità e sociale della Regione, che ha elaborato i dati inviati dai 116 medici di medicina generale che costituiscono la rete di monitoraggio sul territorio.
Osservando i tassi d’incidenza per classi d’età, per la fascia dei bambini 0-4 anni il tasso di notifica è in continua crescita arrivando a 1,99 bambini ogni 1.000 (a livello nazionale tale tasso è decisamente superiore e si attesta a 8,70, rappresentando la classe maggiormente colpita). La fascia dei bambi 5-14 anni ha registrato un tasso di notifica di 0,71 casi ogni 1.000 (a livello nazionale 3,89).
La classe di età centrale, che attualmente, in Veneto, è quella con incidenza maggiore, sta registrando un aumento graduale, con un valore complessivo per l’ultima settimana di 2,43 casi ogni 1.000 (15-64 anni, a livello nazionale 3,42). La fascia degli anziani (65+) registra valori ancora molto bassi con un tasso d’incidenza di 1,12 casi ogni 1.000 abitanti (a livello nazionale 1,92).
Per ogni classe il tasso regionale risulta marcatamente inferiore a quello nazionale. Al momento non è stato registrato nessun caso grave con complicanze.
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