Il Friuli Venezia Giulia investe sulla protonterapia presso il CRO di Aviano

Riccardi: «già disponibili 36 milioni di euro, 15 dei quali dalla Regione». 

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La giunta della regione Friuli Venezia Giulia ha dato il via libera alla realizzazione del nuovo centro di protonterapia presso il CRO di Aviano. «Oggi rendiamo concreto il percorso di acquisizione della terapia protonica per il Centro di riferimento oncologico (Cro) – hadetto il vicepresidente della Giunta e assessore alla salute, Riccardo Riccardi -. Questa è una conquista che segnerà positivamente il futuro dell’Istituto tumori di Aviano e la salute di tanti nostri concittadini».

Il piano di investimenti per l’acquisto della macchina per la terapia protonica, il cui costo complessivo è di 36 milioni di euro con una quota di risorse in conto capitale già nelle disponibilità dell’Istituto, relativa ad investimenti non realizzati e non più coerenti con le attuali e future attività assistenziali, mentre una seconda parte è invece relativa ad accantonamenti di somme derivanti da donazioni del quadriennio 2015-18. Inoltre, il Cro stipulerà direttamente un mutuo per coprire le necessità rimanenti, sostenendo le rate con i proventi da donazioni e trasferimenti del 5 per mille dell’Irpef dei prossimi anni. La Regione interverrà con una quota di 15 milioni di euro per l’acquisto della tecnologia, inserendo le risorse in conto capitale per investimenti nel triennio 2019-21. È inoltre emerso l’interesse da parte di una cordata di privati a contribuire al progetto, rendendosi disponibili a realizzare con fondi propri l’immobile che ospiterà la macchina.

Il vicegovernatore ha evidenziato che «la sanità è un sistema complesso e va governato analizzando analiticamente le sue componenti, primo fra esse il bilancio delle aziende. L’offerta dei servizi si organizza e si fa funzionare al meglio conoscendo le risorse economiche che si hanno a disposizione, non navigando a vista». Riccardi ha ribadito che «la dotazione della macchina per la terapia protonica permetterà al CRO di rispondere in modo evoluto alle cure dei suoi pazienti e anche di sviluppare nuove attività di ricerca nel settore della radioterapia oncologica, mantenendo ai più alti livelli l’attrattività dell’Istituto».

La decisione della Regione porterà così a due i centri di protonterapia attivi nel NordEst, dopo quello già attivo da anni a Trento che marcia però decisamente al di sotto delle sue potenzialità per la mancata attivazione del tariffario dei Lea da parte del ministero alla Salute. Probabilmente, stante questo sottoutilizzo della struttura di Trento, sarebbe stato meglio convenzionare la sanità friulana con quella trentina per fare accedere ai pazienti della regione alla struttura già esistente, rimandando la costruzione a tempi futuri, utilizzando le somme disponibili per altre specialità sanitarie ancora mancanti nel NordEst.

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