I ricercatori dello Studio globale sul Glifosato (Global Glyphosate Study GGS), che hanno recentemente presentato i loro risultati sull’aumento dell’incidenza della leucemia nei ratti esposti a basse dosi di glifosato e di erbicidi a base di glifosato, hanno reso ora pubblici i dati sulle leucemie dello studio.
Il report dei dati sulle leucemie pubblicato su bioRxiv (archivio open access online per i manoscritti preprint delle scienze della vita) è già stato inviato dal Global Glyphosate Study all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), in risposta alla richiesta di queste agenzie.
I risultati hanno mostrato che sia il glifosato che gli erbicidi a base di glifosato causano leucemia nei ratti in giovane età e a basse dosi di esposizione. Non sono state osservate leucemie nei ratti non esposti.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha stabilito già nel 2015 che il glifosato è «probabilmente cancerogeno per l’uomo».
Daniele Mandrioli, coordinatore del Global Glyphosate Study e direttore del Centro di Ricerca sul Cancro“Cesare Maltoni” dell’Istituto Ramazzini, ha dichiarato che «circa la metà delle morti per leucemia osservate nei ratti esposti al glifosato e agli erbicidi a base di glifosato si sono verificate a meno di un anno di età. Al contrario, nessun caso di leucemia è stato osservato al di sotto dell’anno di età in più di 1.600 ratti Sprague-Dawley di controllo non trattati, studiati dal National Toxicology Program (NTP) degli Stati Uniti e dall’Istituto Ramazzini».
In questo studio a lungo termine, il glifosato da solo e due formulazioni commerciali di erbicidi, il Roundup BioFlow (MON 52276) utilizzato nell’UE e il Ranger Pro (EPA 524-517) utilizzato negli Stati Uniti, sono stati somministrati ai ratti attraverso l’acqua potabile a partire dalla vita prenatale, a dosi di 0,5, 5 e 50 mg/kg di peso corporeo/giorno. Queste dosi sono attualmente considerate sicure o prive di effetti avversi dalle agenzie regolatorie. Esse comprendono la dose giornaliera ammissibile (DGA) e il livello di non effetto avverso osservato (NOAEL) dell’UE per il glifosato.
«Questi nuovi risultati sulla leucemia nei ratti esposti al glifosato sono molto preoccupanti per la salute pubblica per due motivi – ha detto Philip Landrigan del Boston College, USA, medico e presidente del Comitato scientifico consultivo internazionale dell’Istituto Ramazzini -. In primo luogo, le leucemie si sono verificate a livelli di esposizione molto bassi, simili a quelli a cui sono esposti quotidianamente milioni di persone nell’UE e negli USA. In secondo luogo, queste leucemie si sono verificate in giovane età, un dato che solleva la possibilitàdi un’associazione causale tra glifosato e leucemia infantile».
Il Global Glyphosate Study è lo studio tossicologico più completo mai condotto sul glifosato e sugli erbicidi a base di glifosato. Fornisce dati vitali per le autorità regolatorie, i responsabili politici e il pubblico in generale. Esamina l’impatto del glifosato e degli erbicidi a base di glifosato sulla cancerogenicità, la neurotossicità, gli effetti multigenerazionali, la tossicità per diversi organi, l’alterazione del sistema endocrino e lo sviluppo prenatale.
«Questi risultati sulle leucemie sono di così grande rilevanza per la salute pubblica che abbiamo deciso di rendere pubblici i dati completi», ha concluso Mandrioli, specie ora che la Commissione europea ne ha prorogato per altri 10 anni l’utilizzo in agricoltura.
Il Global Glyphosate Study è coordinato dall’Istituto Ramazzini di Bologna e coinvolge scienziati provenienti da Stati Uniti, Sud America ed Europa. Nelle diverse fasi dello studio sono stati coinvolti scienziati del Boston College, della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, della George Mason University, dell’Università della California Santa Cruz, dell’Università Federale di Paranà, del King’s College di Londra, dell’Università di Copenhagen, dell’Istituto Superiore di Sanità, del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dell’Università di Bologna, dell’Ospedale San Martino di Genova.
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