Dal 2016 ad oggi, anche i decessi registrati in Italia a causa del Fentanyl sono solo due e si segnalano anche 5 comunicazioni riguardanti intossicazioni non fatali e due casi di consumo riscontrato dall’analisi di campioni biologici di persone in trattamento presso i Serd, in Italia cresce l’attenzione degli organismi di controllo sanitario e del territorio contro la diffusione di questo oppioide sintetico decisamente più potente rispetto all’eroina.
I dati sono contenuti nel “Piano nazionale di prevenzione contro l’uso improprio di Fentanyl e di altri oppioidi sintetici” presentato a Palazzo Chigi. Tuttavia, l’Italia è probabilmente dinanzi ad una «sottostima del fenomeno» e «si può concludere – si legge nel Piano – che, anche se attualmente la diffusione del Fentanyl in Europa per uso non terapeutico sia relativamente limitata, tale sostanza rappresenta comunque una minaccia potenziale capace di influire in modo significativo sulla salute e la sicurezza europea in un prossimo futuro».
Solo negli Usa, secondo i Cdc, i decessi da oppioidi sintetici (principalmente Fentanyl) sono stati 73.000 nel 2022. Nel 2021 sono stati 137 i decessi associati al Fentanyl in Europa, di cui 88 in Germania. Quanto alla presenza di tale droga sul territorio nazionale, il Piano riporta che tra il 2018 e il 2023 la Polizia ha sequestrato 123,17 grammi di Fentanyl in polvere: «considerando che si può avere un’intossicazione acuta con circa 3 milligrammi – si legge -, tale quantità potrebbe causare migliaia di casi». Sono state inoltre sequestrate 28 dosi in compresse e 37 altre confezioni (cerotti e flaconi).
Una delle principali piazze di spaccio è il web. A fronte di tali dati, il Piano prevede delle attività di «prevenzione e contrasto». Tra le misure indicate, «scambio di informazioni continue tra forze di polizia e comparto intelligence; viene implementato il monitoraggio dei flussi di import e export di farmaci a base di Fentanyl; potenziamento delle capacità di controllo della Polizia con apparecchiature portatili dotate di tecnologia Raman in grado di identificare rapidamente stupefacenti sintetici; allerta alle Regioni per monitorare livelli prescrittivi anomali».
E’ previsto il rafforzamento delle procedure da seguire nei laboratori per gli esami sui campioni ed il «coinvolgimento di pronto soccorso e Terapie intensive per fare eseguire ricerche analitiche in caso di intossicazioni acute». Prevista una formazione specifica per le forze di Polizia e gli operatori sanitari e campagne informative.
Il ministero della Salute dovrà poi garantire l’approvvigionamento e la distribuzione dell’antidoto agli oppioidi sintetici, il naloxone.
A livello sanitario, il Fentanyl è un oppiaceo sintetico ed ha una attività narcotica come la morfina o l’eroina, ma è da 50 a 100 volte più potente della morfina e 30-50 volte più forte dell’eroina. Nel mondo, e soprattutto negli Usa, è scattato l’allarme per il dilagare di tale sostanza che sta uccidendo una media di 180 persone al giorno. Ma ancora più potenti sono altri oppiacei sintetici simili al Fentanyl e sintetizzati illegalmente, che risultano addirittura 100.000 volte più forti della morfina.
A tracciare l’identikit di queste nuove sostanze, che sempre di più stanno rimpiazzando l’eroina anche a seguito dello stop alla produzione di oppiacei in paesi come l’Afghanistan, è la presidente del Gruppo tossicologi forensi italiani, Sabina Strano Rossi, che avverte: bastano solo 10 milligrammi di tali sostanze per uccidere. Il Fentanyl, spiega l’esperta, è sintetizzato completamente in laboratorio. E’ un farmaco utilizzato per la sedazione in anestesiologia, per curare pazienti con dolore cronico che non rispondono ad altre terapie e nei pazienti oncologici. E’ iscritto nella tabella 1 del dpr 309/90 sulle sostanze stupefacenti e deve essere prescritto con ricetta medica non ripetibile.
Il problema è che può essere utilizzato per scopi diversi da quelli terapeutici e può essere sintetizzato illecitamente in laboratori clandestini, come i suoi analoghi. I suoi effetti principali sono la depressione del sistema nervoso centrale e la depressione del respiro che conducono alla intossicazione acuta, al contempo determina un effetto euforizzante. Proprio la depressione del sistema respiratorio può provocare coma e decesso per soffocamento.
Esiste però un antidoto al Fentanyl e agli altri oppiacei: è il naloxone, che può rapidamente invertire gli effetti di tali sostanze. Il naloxone viene commercializzato come prodotto farmaceutico in Europa e le farmacie ne devono essere obbligatoriamente provviste.
Il Fentanyl e simili hanno però un effetto più potente della morfina o eroina ed una durata d’azione più prolungata dell’antidoto, e dunque, rileva Rossi, ne possono essere necessarie varie dosi per contrastare l’effetto dell’oppiaceo sintetico. A preoccupare oggi, sottolinea, «è proprio la presenza nel mercato illecito anche di altri oppiacei simili al Fentanyl che sono ancora più potenti. Questo vuol dire che è sufficiente che lo spacciatore si sbagli di poco nella preparazione della dose perché il soggetto possa andare facilmente incontro ad una overdose“».
Il naloxone, in questi casi di derivati super potenti del Fentanyl, mette in guardia l’esperta, «può essere meno efficace e sono necessarie più dosi per poter contrastare l’intossicazione acuta. Tutto questo può portare a delle criticità se non si hanno scorte di naloxone sufficienti ad esempio in Pronto soccorso».
C’è inoltre anche il rischio dell’uso di tali droghe come «sostanze incapacitanti per commettere ad esempio reati sessuali». A fronte di tutto questo, conclude Rossi, «la prevenzione dell’utilizzo di questi oppiacei sintetici al di fuori degli usi terapeutici è assolutamente fondamentale in questo momento».
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