Zilli “Le Regioni devono rimanere protagoniste nella programmazione europea”

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BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – La politica di coesione va aggiornata e rafforzata, non svuotata: le Regioni devono restare protagoniste nella programmazione europea, senza rischi di centralizzazione o omologazione. Questo il concetto espresso oggi a Bruxelles dall’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, intervenuta in rappresentanza del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome alla riunione del Consiglio delle rappresentanze regionali (Crr) di Confindustria.

Al centro dell’incontro la presentazione del position paper sul futuro della politica di coesione europea, in vista della prossima programmazione post-2027. Nel corso del dibattito – al quale hanno preso parte, tra gli altri, Xavier Dutrenit del Comitato europeo delle Regioni, Luca Mattiotti (vice capo unità DG REGIO della Commissione Europea) e Silvia Valli della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ue – l’assessore ha ribadito la posizione delle Regioni italiane, ovvero che l’attuale disciplina sugli aiuti di Stato va rivista, perché inadeguata a sostenere le dinamiche industriali contemporanee. In un contesto globale altamente competitivo, il rischio è di penalizzare i territori più virtuosi, bloccando investimenti strategici e rendendo meno efficace l’intervento pubblico.

La rappresentante delegata della Conferenza delle Regioni ha inoltre sottolineato come l’esperienza italiana del Piano nazionale di ripresa e resilienza non possa essere assunta a modello per la politica di coesione. La governance centralizzata del Piano, infatti, ha dimostrato limiti evidenti, con ritardi, inefficienze e un disallineamento rispetto ai fabbisogni territoriali.

In Friuli Venezia Giulia, grazie alla cabina di regia regionale, la Regione è riuscita ad accompagnare i beneficiari, snellire le procedure e anticipare le risorse. Questo è il vero esercizio del principio di sussidiarietà. L’assessore ha quindi ammonito rispetto a una deriva emergenziale nell’uso delle risorse, in quanto i fondi strutturali non devono essere distorti per rispondere alle crisi. Pandemia, guerra e crisi energetica richiedono strumenti dedicati. Svuotare la coesione dei suoi obiettivi significherebbe privare i territori di un pilastro strategico per la loro crescita.

Infine, è stata riaffermata la necessità di un’azione condivisa e multilivello, in quanto aprire le politiche di coesione alla grande impresa può rappresentare un’opportunità, ma sono necessari trasparenza, coerenza e coinvolgimento dei territori. Ogni area ha bisogni, vocazioni e traiettorie diverse: la risposta non può che essere differenziata e costruita con le Regioni.

-Foto ufficio stampa regione Friuli Venezia Giulia-
(ITALPRESS).