TRIESTE (ITALPRESS) – In appena due anni in Friuli Venezia Giulia sono stati attratti oltre 320 milioni di fondi pubblici nell’ambito della Strategia regionale per l‘idrogeno, vero e proprio quadro di riferimento per il complesso di azioni e interventi a favore di questo settore fondamentale per lo sviluppo del territorio. Risorse significative che stanno generando un effetto moltiplicatore sull’attrazione di capitali privati. Per dare impulso a questo percorso la Regione – impegnata nel conseguire entro il 2045 l’obiettivo europeo della neutralità climatica ed energetica – ha approvato una serie di provvedimenti normativi, investendo direttamente 40 milioni di euro, 11 milioni dei quali impiegati per realizzare cinque nuove infrastrutture di ricerca che coinvolgono sette realtà scientifiche.
Questo, in sintesi, il concetto espresso oggi a Trieste dall’assessore regionale alla Ricerca Alessia Rosolen, che ha partecipato alla presentazione dei cinque progetti portati avanti dalle Università di Trieste e Udine, dalla Sissa di Trieste, da Area Science Park, Sincrotrone, Ogs e Cnr-Iom. Nel corso dell’incontro è emerso che, per creare un’economia basata sulla produzione, trasporto e stoccaggio dell’idrogeno, fondamentale per la transizione ecologica, la Regione sta puntando anche sulla valorizzazione del capitale umano.
Per questo finanzierà con circa 5 milioni di euro l’assunzione nei prossimi tre anni di 26 nuovi ricercatori nella convinzione che la collaborazione interdisciplinare sia un fattore decisivo nel raggiungimento di obiettivi scientifici rilevanti. Durante la presentazione è stato ribadito che sul tema dell’idrogeno l’Unione europea riconosce il ruolo chiave giocato dal Friuli Venezia Giulia dal 2021, a partire dal progetto transfrontaliero della Valle dell’idrogeno del Nord Adriatico che la Regione sta implementando in partnership con Slovenia e Croazia, coinvolgendo istituzioni, atenei, centri di ricerca del territorio e importanti imprese private.
In linea con gli obiettivi europei in questo settore, la Regione guarda inoltre con grande interesse allo sviluppo delle future reti di idrogenodotti in grado di creare un sempre più esteso e ramificato network di pipeline per il trasporto transnazionale di idrogeno. I cinque progetti presentati questa mattina hanno tutti una finalità comune: la diffusione di tecnologie basate sull’idrogeno verde, derivante da fonti rinnovabili, come leva significativa per uno sviluppo maggiormente sostenibile e competitivo del territorio.
“Fuse” è l’innovativa infrastruttura di ricerca sperimentale per identificare e modellizzare i potenziali siti di stoccaggio di idrogeno nel sottosuolo e i giacimenti naturali di idrogeno bianco; “I-Campus-H2” è impegnata nello studio avanzato dei materiali per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno, accessibile sia alla comunità accademica sia all’industria attraverso una piattaforma online; “H2SmartLab” vuole rendere più efficiente la produzione, lo stoccaggio e l’utilizzo dell’idrogeno rinnovabile, affiancando a questi processi un sistema di monitoraggio e gestione avanzato; “E4H2 – Efficiency for Hydrogen” opera per rendere la filiera dell’idrogeno verde più efficiente e competitiva; “Impact-H2” fa ricerca innovativa nel campo della decarbonizzazione di combustibili, della produzione di idrogeno verde e delle tecnologie innovative per lo stoccaggio e il trasporto di H2.
– foto ufficio stampa Regione Friuli-Venezia Giulia –
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