Mentre il governo Draghi deve ancora nascere, si delinea già quella che dovrebbe essere la sua geografia, ad iniziare da una posizione di primo piano per i problemi della montagna, decisamente trascurata dal governo BisConte e dalla sua maggioranza delle quattro sinistre, con la nascita di uno specifico ministero alla montagna.
«La proposta Uncem di un ministero alla Montagna e alle Aree interne, la presenza nel Governo di una figura capace e politica che guardi al 54% del territorio del Paese, è una necessità forte – afferma Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, Unione dei comuni, delle comunità e degli enti montani- . Perché l’unità e la coesione, auspicati dal presidente Sergio Mattarella, passano dall’interpretare e dare risposte chiare a tutti i territori, che insieme costruiscono percorsi per uscire dalle crisi sanitaria, climatica, economica».
Per Bussone «un ministro alla Montagna nella squadra di governo del Presidente incaricato Mario Draghi è un’opportunità vera per cambiare passo rispetto al passato, per guardare alle Alpi e agli Appennini con attenzioni istituzionali e lungimiranza, per consentire riequilibrio e contrasto alla sperequazione tra aree montane e aree urbane, non certo meno gravi rispetto agli squilibri tra Nord e Sud del Paese. Un ministro alla Montagna, con un’agenda da costruire con partiti, enti territoriali, regioni, parti sociali, per la piena attuazione del Piano nazionale Ripresa e Resilienza. Il ministro – o anche un sottosegretario – alla Montagna e alle Aree interne del Paese. Ecco la grande opportunità del Governo Draghi».
La proposta dell’Uncem è fatta propria dal deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond: «saluto con pieno, totale favore il tentativo di formare finalmente un governo di alto profilo da parte del Presidente incaricato, Mario Draghi, e personalmente, così come il Presidente Silvio Berlusconi, non mancherò di fornire il mio supporto alla riuscita della sua iniziativa. Da uomo (e politico) espressione della montagna Bellunese voglio sottolineare al futuro Premier la necessità di invertire la tendenza e di dare finalmente piena legittimità e attenzione alle istanze provenienti dalla montagna, dove vive circa un quarto della popolazione italiana, oggi sostanzialmente penalizzata rispetto a quella di pianura e delle aree urbane in fatto di servizi pubblici».
Per Bond «la pandemia da Covid-19 ha mostrato ampiamente come la montagna e la sua ridotta popolazione possa essere un baluardo contro la diffusione del contagio, a differenza delle aree urbane densamente popolate, con tante persone di città che hanno riscoperto la montagna e il significato di vivere in un ambiente più sicuro e meno stressante. Ma hanno anche scoperto che in montagna i servizi sono scarsi, se non inesistenti, ad iniziare dalla sempre più strategica presenza della banda larga per favorire il telelavoro e la didattica a distanza».
Bond rivolge un appello a Mario Draghi: «il mio sollecito, professor Draghi, affinché nel suo prossimo governo ci sia finalmente uno spazio concreto per una rinnovata politica per la montagna che assicuri a questi territori la stessa, doverosa attenzione delle aree urbane, a partire dalla disponibilità dei servizi pubblici. Così come auspico che questa attenzione possa essere plasticamente raffigurata dalla presenza nel suo gabinetto di un ministero alla montagna, una figura di coordinamento generale – come un viceministro o un sottosegretario – che abbia la responsabilità generale e le deleghe operative per il rilancio della montagna utilizzando anche parte dei fondi del piano “New Generation UE”».
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