Sprechi pubblici: proposta legge popolare per fermarli

Iniziativa del comitato "Stiamo Uniti" costituito da Adusbef, Anildd, Codacons, Comitato dei 500 e Unione Popolare. Parte la raccolta di 50.000 firme.

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sprechi pubblici

Fermare gli sprechi pubblici: è stata depositata in Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per eliminare sprechi e cattiva gestione della politica degli ultimi 30 anni che hanno contributo non poco a gonfiare la spesa pubblica ad oltre 1.000 miliardi all’anno e ad ingigantire il debito pubblico che corre oltre la soglia psicologica dei 3.000 miliardi di euro.

L’iniziativa si deve al comitatoStiamo Uniti” costituito da Adusbef, Anildd, Codacons, Comitato dei 500 e Unione Popolare che avrà 2 mesi di tempo per raccogliere le 50.000 firme richieste.

Non esistono numeri ufficiali e certificati, ma in base ai calcoli effettuati dal comitatoStiamo Uniti” gli sprechi pubblici e l’immobilismo della politica costano agli italiani qualcosa come 500 miliardi di euro, l’equivalente di più di 8.470 euro a cittadino italiano, neonati compresi. Una cifra ben superiore a quei 50-60 miliardi di spesa pubblica facilmente aggredibile – quindi tagliabile – individuata dai vari studi effettuati, ma finiti inesorabilmente nel fondo dei cassetti di ogni governo degli ultimi vent’anni, governo Meloni incluso, fino a questo momento.

Tra i casi più clamorosi di sprechi pubblici il comitatoStiamo Uniti” cita i famosi “enti inutili”, per anni al centro del dibattito e sul cui futuro non si è saputo più nulla, pesano per circa 10 miliardi di euro sulle spalle della collettività, le inefficienze del trasporto pubblico locale 12,5 miliardi di euro, la lentezza e le criticità croniche della giustizia 40 miliardi di euro.

Gli sprechi nel comparto degli acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione pesano, da soli, per circa 30 miliardi sugli italiani, mentre il patrimonio immobiliare dello Stato ha un valore di 60 miliardi di euro, ma conta anche immobili e terreni del tutto inutilizzati. Risorse – si spiega – che vengono sottratte ai cittadini, peggiorando la qualità e la quantità dei servizi resi dall’amministrazione pubblica.

Per questo, attraverso la proposta di legge di iniziativa popolare depositata in Cassazione, i promotori chiedono, tra le altre cose, di tagliare i costi della politica nazionale e locale per almeno 13 miliardi di euro, avviare un monitoraggio volto ad abolire gli enti inutili, recuperare risorse per 39 miliardi di euro presso le fondazioni bancarie, avviare una cartolarizzazione concordata dei crediti presso l’Agenzia delle entrate, impiegare 2 miliardi di euro attingendo ai cosiddetti conti dormienti per le urgenze del Paese.

La proposta di legge indica anche chiaramente come e in quale misura destinare le risorse recuperate grazie ai tagli agli sprechi: 100 miliardi da indirizzare alla riduzione dell’enorme pressione fiscale su cittadini ed imprese, 40 miliardi di euro per la lotta al caro-mutui, 60 miliardi al sostegno dell’agricoltura, 40 miliardi alla sanità, 60 miliardi in favore di giovani e famiglie e 200 miliardi per abbattere l’esorbitante debito pubblico.

«La presentazione dalla proposta di legge è solo l’inizio – afferma il presidente del ComitatoStiamo Uniti“, Evandro Senatra -: se vogliamo salvare il nostro Paese dobbiamo remare tutti nella stessa direzione, e per questo chiederemo ai cittadini di tutta Italia di partecipare alla raccolta di firme e mobilitarsi contro gli sprechi della politica».

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