Dopo i tira e molla legati all’insediamento di Intel, poi sfumato sia in Italia che, a quanto pare al moment, pure in Germania per la crisi del produttore americano, la politica del governo Meloni e del ministro delle Imprese, Adolfo Urso, di giocare in anticipo individuando altri potenziali investitori nel settore della microelettronica pare avere pagato, con la taiwanese Silicon Box che ora si appresta a decollare grazie anche all’approvazione del contributo nazionale a sostegno dell’investimento complessivo.
«Il Consiglio dei ministri ha approvato oggi la delibera di dichiarazione di interesse strategico nazionale dell’investimento di Silicon Box, un investimento pari a 3,2 miliardi di euro per la realizzazione nel nostro Paese, in Piemonte, di microprocessori di nuova generazione – ha detto Urso -. Con questa delibera si potrà nominare un commissario straordinario dotato di poteri di ordinanza anche in deroga alla legislazione e che rilascerà una autorizzazione unica».
Urso ha poi precisato che «si tratta di una disposizione che il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fortemente voluto per supportare fattivamente i grandi investimenti strategici per la nostra economia, accelerando tutti i processi autorizzatori».
Silicon Box, è una società che ha sviluppato una tecnologia avanzata per la realizzazione dei cosiddetti chiplet. Prevede di investire 3,2 miliardi in spese in conto capitale, a cui bisogna aggiungere 4 miliardi in spese operative nel corso della sua vita produttiva. «Questo significa un’assunzione di 1.600 occupati altamente qualificati come assunzioni dirette e almeno altri 2.000 nella catena di fornitura, oltre ai circa 1.000 che saranno necessari per la costruzione – ha detto Urso -. Questo investimento è ancora soggetto all’approvazione delle autorità competenti della Commissione europea. Le pratiche per l’autorizzazione sono già iniziate e siamo molto fiduciosi nella conclusione positiva, anche perché si tratta del primo investimento in Europa nel packaging avanzato e in tal modo noi possiamo contare quest’anno almeno 9 miliardi di investimenti nella microelettronica».
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