Esordio ufficiale del semestre di presidenza UE croata con il premier slavo Andrej Plenkovic che ha illustrato alla Plenaria del Parlamento Ue a Strasburgo il programma delle attività della presidenza di turno del Consiglio Ue.
«Un accordo sul quadro finanziario pluriennale è la nostra priorità – ha detto Plenkovic -, che dovrà continuare a finanziare le politiche di coesione e le politiche dell’agricoltura ma anche ad altre sfide».
«Dobbiamo dunque agire in modo celere – ha aggiunto -, è di importanza cruciale portare avanti i negoziati realizzando dei progressi in tutti i fascicoli, il nostro fallimento rafforzerebbe chi non vuole un’Europa forte».
Plenkovic ha poi parlato della “Brexit” sottolineando che «sarà triste vedere uno stato membro vedere lasciare l’Ue perché il Regno Unito e l’Ue condividono una lunga storia e questo dovrà essere un nuovo punto di partenza per costruire delle relazioni vicine di partenariato basate su interessi reciproci, sul rispetto e su una par condicio nei settori del commercio e della sicurezza».
Il premier croato ha poi precisato che il periodo di transizione di 11 mesi è brevissimo e ci vorrà tantissima buona volontà e tanto lavoro per concludere i negoziati in quel periodo e addivenire ad un buon accordo per entrambe le parti».
Plenkovic ha poi parlato della politica dell’allargamento, precisando che «l’adesione all’Ue rimane l’obiettivo ultimo dei negoziati». Tra gli altri temi della relazione, la crescita, lo sviluppo del mercato del lavoro che «è essenziale», la digitalizzazione e il “green deal” europeo. Tra gli altri punti, la sicurezza dell’Ue, le politiche della migrazione e dell’asilo.
«Lo stato di diritto è un valore chiave per il funzionamento dell’Unione e noi promuoveremo un approccio integrato – ha poi sottolineato Plenkovic -. Nel 2015 e nel 2016 la crisi migratoria dopo al caduta del Muro di Berlino ha rappresentato il fenomeno più importante e consistente con ramificazioni politiche a cui abbiamo assistito e ora si tratta di rafforzare la frontiera esterna dell’Ue e questo lo faremo con la politica estera, la sicurezza, sviluppo, commercio, aiuti umanitari, ma dobbiamo farlo in particolare fra la Grecia e la Turchia».
Quanto al tema scottante dell’immigrazione indiscriminata, «la Croazia non lascerà che diventi essa stessa una sorta di paese “hotspot” informale – ha aggiunto Plenkovic -. Noi abbiamo detto no alle barricate e al filo spinato, noi proteggiamola nostra frontiera con 650 addetti che servono anche a sorvegliare la frontiera europea, dobbiamo rispettare le nostre leggi e gli standard europei e le convenzioni internazionali e se ci sono state irregolarità verranno perseguite».
Plenkovic ha poi aggiunto di avere «visitato il confine tra Bosnia e Croazia» e di essere «perfettamente consapevole di quelle che sono le condizioni», precisando che «dobbiamo cooperare, utilizzare le attività di Frontex, aiutarci l’un l’altro per affrontare adeguatamente la questione».
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