Secondo Contribuneti.it nel 2015 cresce l’evasione delle grandi aziende

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Le pratiche elusive aumentano del 6,7% contro una media del 4,4%. A livello globale l’evasione è ammontata a 177,2 miliardi di euro

 

euro soldi evasione fiscaleIl 2015 si chiude con un imponibile evaso in Italia da parte delle grandi aziende cresciuto del 6,7% contro una media generale dell’evasione fiscale aumentata “solo” del 4,4%. In termini generali, le imposte sottratte nel 2015 all’erario è di 177,2 miliardi di euro.

La stima è stata effettuata da Contribuenti.it – Associazione Contribuenti Italiani. Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.

La prima riguarda l’economia sommersa. L’esercito di lavoratori in nero è composto da circa 2,9 milioni di persone, molti dei quali cinesi o extracomunitari. In tale categoria sono stati ricompresi anche 850.000 sono lavoratori dipendenti che fanno il secondo o il terzo lavoro. Si stima un’evasione d’imposta pari a 34,3 miliardi di euro.

La seconda è l’economia criminale realizzata dalle grandi organizzazioni mafiose italiane e straniere (Russia e Cina in testa) che, nel Nord Italia è cresciuta nel 2015 del 18,7%. Si stima che il giro di affari non “contabilizzati” produca un’evasione d’imposta pari a 78,2 miliardi di euro l’anno.

La terza area è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. Dall’incrocio dei dati è emerso che il 51% delle società di capitali italiane dichiara redditi negativi o meno di 10 mila euro o non versa le imposte. Molte di queste chiudono nel giro di 5 anni per evitare accertamenti fiscali o utilizzano “teste di legno” tra i soci o amministratori. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative, il 51% non versa le imposte dovute. Si stima un’evasione fiscale attorno ai 18,3 miliardi di euro l’anno.

La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre ha chiuso il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94% delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto vi è una fiscalità di vantaggio, Irlanda ed Olanda in testa, sottraendo al fisco italiano 40,2 miliardi di euro all’anno. Nel 2015, le 100 maggiori compagnie del paese hanno ridotto del 17,3% le imposte dovute all’erario.

Infine, c’è l’evasione dei lavoratori autonomi e delle piccole imprese dovuta alla mancata emissione di scontrini, di ricevute e di fatture fiscali che sottrae all’erario circa 6,2 miliardi di euro l’anno. In testa nel 2015, tra le regioni, dove sono aumentati numericamente gli evasori fiscali, risulta la Lombardia, con +6,1%. Secondo e terzo posto spettano rispettivamente al Veneto con +5,9% e la Toscana con +5,6%. A seguire la Liguria con +4,6%, il Piemonte con +4,5%, il Trentino con +4,1%, il Lazio con +3,9%, la Valle d’Aosta con +3,9%, l’Emilia Romagna con +3,7%, le Marche con +3,5%, la Puglia con +2,7%, alla Campania +0,8%, la Sicilia con +0,6% e l’Umbria con +0,1%.

La Lombardia, anche in valore assoluto, ha fatto registrare il maggior aumento dell’evasione fiscale: in percentuale, il dato lombardo aumenta, nel 2014, di circa il 5,9%.

In Italia i principali evasori sono gli industriali (34,2%) seguiti da bancari e assicurativi (31,7%), commercianti (11,8%), artigiani (9,4%), professionisti (6,5%) e lavoratori dipendenti (6,4%). A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel NordOvest (31,4% del totale nazionale), seguito dal NordEst (27,1%), dal Centro (22,2%) e Sud (19,3%).

«Per combattere l’evasione fiscale – ha affermato Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – bisogna riformare il fisco italiano uniformandosi con le aliquote europee. L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dalle grandi imprese italiane. Fino a quando non migliorerà l’efficienza dell’amministrazione finanziaria e si taglieranno le spese della casta, il governo avrà bisogno di far cassa ad ogni costo, incassando i soldi “pochi, maledetti e subito” arrivando addirittura a depenalizzare il reato di evasione fiscale per banche e grandi imprese. E si premieranno sempre i grandi evasori fiscali, che preferiscono pagare le tasse a forfait e con il massimo sconto utilizzando l’accertamento con adesione, un vero e proprio condono permanente».